Eventi
Federica Marangoni On The Road 1970-2024 | Non solo vetro
By Stefania Dalla Torre
Pubblicato il
Giugno 2024
INDICE
Al Museo del Vetro di Murano a Venezia la mostra antologica On The Road 1970-2024 | Non solo Vetro racconta il percorso e la carriera internazionale iniziata negli anni Settanta dell’artista e designer Federica Marangoni.
Luce, vetro, simboli ricorrenti e sogni di libertà. Riferimenti alla memoria e al tempo, la tecnologia l’arte e il sogno si intrecciano sin dalle prime esperienze artistiche delle performances events degli anni Settanta come The Pedlar’s Trunk del 1975 (un contenitore zaino a forma di baule realizzato in legno ferro e cuoio) alle installazioni tecnologiche successive costruite con video, vetro e neon e poi ancora luce evanescente e colorata che sembra oltrepassare la materia, strutture metalliche, gabbie e scale verso il cielo e la natura. Un percorso fatto di ricerca e sperimentazione, opere e progetti di design e naturalmente molto lavoro che Federica Marangoni ha realizzato in oltre cinquant’anni e che sono oggi in mostra a Murano al Museo del Vetro, Spazio Ex Conterie fino a novembre 2024.
La mostra
L’esposizione a cura di Chiara Squarcina e Federica Marangoni dialoga con gli spazi del Museo e presenta all’inizio del percorso espositivo un primo progetto Life’s Road, un’opera composta da neon bianco sagomato che riproduce nei contorni la figura intera dell’artista con un pannello a specchio metallico. “La mia silhoutte è divenuta sin da subito opera d’arte, poiché speculare alla mia figura d’artista. La strada dell’arte per me è stata anche la strada della vita; in buona sostanza ho cercato e cerco di essere sempre coerente con il mio lavoro. I miei sentimenti, pensieri e azioni confluiscono incessantemente gli uni negli altri, senza soluzione di continuità. Questa sono io”, dice Federica Marangoni.
All’ingresso troviamo un altro progetto: La Bricola, nata inizialmente come installazione di luce su pavimento specchiante, realizzata per l’Euro Domus di Torino nel 1971 su commissione dell’architetto Gio Ponti, la prima versione realizzata in plexiglass e poliestere con dimensioni di 200×140 cm di diametro e tre tubi fluorescenti, a ricordare la grande e antica segnaletica lagunare. Riprogettata e realizzata industrialmente, La Bricola diventa in seguito una serie di apparecchi di illuminazione da tavolo, terra e parete, prodotta nel 1980 da I3 lighting di Salzano a Venezia.
Nel giardino sono disposte in mostra le grandi sculture multimediali realizzate principalmente in cracked neon rosso e rete metallica che ricordano un altro tema caro all’artista: la natura e la luce in confronto con la tecnologia. Il tempo dell’uomo e della natura, la memoria e la leggerezza unite dalla luce del giorno e della notte. Luce come energia vitale e primordiale che si espande e dilata nello spazio, la luce dell’uomo che fluisce attraverso le installazioni alleggerendo l’opera nell’insieme come in The tree of life una scultura ambientale realizzata in acciaio e neon verde nel 2008 a Manhattan New York e oggi parte di una collezione privata. Luce che sfuggendo ai canoni classici dell’arte e della scultura restituisce il valore della natura sottolineandola. Memorie antiche, emozioni e suggestioni che scorrono attraverso il tempo senza limiti. È il tempo della conoscenza, è il linguaggio della mente che porta quel desiderio di verità e libertà di tutti e per tutti gli uomini. Comunicare un messaggio di pace attraverso la luce come Light of the Mind del 2023. Trasparente e allo stesso tempo fragile come il vetro, il mezzo espressivo con il quale l’artista realizza sculture, oggetti, installazioni come La Goccia del 1971 in vetro blu oppure Angelo Narciso del 2004, uno specchio con ala in vetro di Murano completamente realizzata a mano senza stampo.
Nella Stanza della leggerezza ritroviamo le opere realizzate dagli anni Ottanta che richiamano altre tematiche di riflessione come la bellezza in contrapposizione alle forme antiche, ma allo stesso tempo eterne. Il richiamo alla tecnologia, all’elettronica e al video è presente nelle opere in vetro ColorTV del 1998, un cubo in vetro massiccio policromo, e nell’opera MeltingTV sempre del 1998, un cubo in vetro di Murano massiccio modellato a mano, dove realtà e finzione si mescolano con la virtualità e la mobilità delle immagini.
Il tempo con il suo fluire in The Time Machine del 2014 che ben rappresenta il tempo presente che scorre inesorabilmente giorno dopo giorno e poi ancora luce poesia e parola si incontrano nelle opere realizzate con neon colorati dalle varie forme o come nell’opera ART HAS NO SEX come a ribadire la propria posizione contro ogni forma di disuguaglianza e discriminazione di genere.
Il pensiero progettuale non si interrompe mai, il percorso espositivo è costituito da vari momenti importanti per l’artista, anni di esperienze, viaggi e visioni, metafore, sogni e illusioni. In The Leading Thread, Venezia 2015, e The Birth of Light, Barcellona 1992, il ricordo e il tempo fluiscono ancora attraverso le opere come un filo ininterrotto acceso e colorato di una grande bobina, un filo di luce simbolo di luce concreta, tecnologica e d’arte che porta sempre con sé in ogni momento la veridicità dell’opera e dell’artista.
AUTHOR
Stefania Dalla Torre
Stefania Dalla Torre è architetto laureata al Politecnico di Milano. Progettista e consulente professionale per aziende, studi e società di ingegneria nel settore architettonico e illuminotecnico. Scrive e collabora con LUCE dal 1999. Sviluppa e sperimenta tematiche sulla luce e colore esponendo composizioni e progetti in spazi pubblici e gallerie d’arte
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