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Tiziano Vecellio e Palma Il Giovane, Deposizione di Cristo nel sepolcro, seconda metà del XVI secolo, olio su tela, Collezione Veneranda Biblioteca Ambrosiana, Pinacoteca. Courtesy Il Gran Teatro della Luce. Tra Tiziano e Renoir

Il “gran teatro della luce” spaziando da Tiziano e Renoir a Pellizza da Volpedo, e molti altri, a Domodossola

By Monica Moro
Pubblicato il
20 Ottobre 2023

Anton Van Dyck, Sacra Famiglia con San Giovannino, 1625-1626, olio su tela, Genova, Collezione BPER Banca. Courtesy Il Gran Teatro della Luce. Tra Tiziano e Renoir

Un calendario ricco di mostre dedicate alla pittura adorna la stagione autunnale e invernale che ci accompagna fino al 2024. I Musei Civici Gian Giacomo Galletti in Palazzo San Francesco a Domodossola ospitano la mostra Il Gran Teatro della Luce. Tra Tiziano e Renoir fino al 7 gennaio 2024. L’esposizione è curata da Antonio D’Amico e Federico Troletti.

L’esposizione è dedicata alla luce su tela nell’arte tra Seicento e Novecento, in un percorso che dal lume di candela arriva alla rivoluzione della luce elettrica. Grandi i nomi presenti: da Tiziano a Van Dyck, passando per Ippolito Caffi e Gaetano Previati arrivando a Renoir. Questi sono gli artisti in una mostra che attraversa diversi secoli, culture, situazioni storiche e nazionalità e che, grazie anche alla preziosa collaborazione di Enel Green Power, intende omaggiare la Val d’Ossola e il suo unico potenziale idroelettrico. Patrocinata dalla Regione Piemonte è stata realizzata dal Comune di Domodossola in collaborazione con la Fondazione Angela Paola Ruminelli e il Museo Bagatti Valsecchi di Milano.

Giuseppe Pellizza Da Volpedo, Panni al sole, 1894-1895, Collezione Privata. Courtesy Il Gran Teatro della Luce. Tra Tiziano e Renoir

Palazzo San Francesco, il Museo dove è allestita, è uno dei palazzi di rilievo di Domodossola e fu edificato lungo i muri perimetrali di una maestosa chiesa del 1200, dedicata all’omonimo santo di Assisi.

Autore dell’allestimento è l’architetto e lighting designer Matteo Fiorini dello Studio Lys che ha creato un innovativo percorso luminoso per opere e spettatori, inteso ad accompagnare la mostra con una “meditazione” guidata per gli occhi e per la mente. Dunque, immerso in una quinta scenica dove la luce lo conduce, al visitatore viene data l’opportunità  di ammirare, oltre agli infiniti variegati aspetti dell’arte della pittura, anche la lettura della luce vista attraverso gli occhi di grandi interpreti della nostra storia. Per l’allestimento sono stati utilizzati materiali tipici locali dell’Ossola come la pietra di serizzo.

Angelo Morbelli, La sedia vuota, 1903, olio su tela, Collezione privata. Courtesy Il Gran Teatro della Luce. Tra Tiziano e Renoir

La prima sezione è dedicata ai dipinti “a lume di candela”, scenari da fonti di fuoco vivo, ovvero la luce artificiale primitiva. Sofisticate opere di artisti fiamminghi seicenteschi come Gherardo delle Notti (Gerrit o Gerard van Honthorst, 1592-1656), Adam de Coster (1586-1643) e Trophime Bigot (1579-1650) in dialogo con un’opera di Angelo Inganni (1807-1880) di molto posteriore – è datata 1850 – il Contadino che accende una candela con un tizzone ardente, proveniente dalla collezione della Fondazione Cariplo, e con una  Natura morta di Giorgio de Chirico (1888-1978) del Novecento.

Francesco Trevisani, Giaele e Sisara, prima metà del ‘700, olio su tela, Collezione Banco BPM. Courtesy Il Gran Teatro della Luce. Tra Tiziano e Renoir

L’artificio teatrale della luce è il cuore della mostra e è esaltata da protagonisti assoluti della scena sacra tra fine Cinquecento e Ottocento, tra questi, il mirabile Cristo morto sorretto dagli angeli di Paolo Piazza (1560-1620) pittura a olio, dalla collezione di Banco BPM, il meraviglioso e struggente capolavoro Deposizione di Cristo nel sepolcro di Tiziano (1488/90-1576) proveniente dalla Pinacoteca Ambrosiana di Milano e il caravaggesco Cristo alla colonna di Mattia Preti (1613-1699) collezione privata.

Tappa successiva per i visitatori è la sezione dedicata alla “luce nella natura”, declinata nel paesaggio lacustre e montano: qui gli artisti osservano e interpretano i differenti momenti della giornata e come cambiano la tonalità e l’intensità della luce nell’alternarsi delle stagioni.  Ammirevoli le opere di artisti ottocenteschi come Ippolito Caffi (1809-1866), Domenico Induno (1815-1878) e Angelo Morbelli (1854-1919) oltre alle tele di grandi dimensioni dedicate al paesaggio ossolano esposte per la prima volta, in cui vengono ripresi i riflessi dell’acqua che riproducono in modo spettacolare le luci tipiche della vallata.

Gaetano Previati, Il lavacro dell’umanità, 1901, olio su tela, Collezione Banco BPM. Courtesy Il Gran Teatro della Luce. Tra Tiziano e Renoir

Questa sezione espone due splendidi capolavori: Le lavandaie a Cagnes di Pierre-Auguste Renoir (1841-1919) e Panni al sole, strepitoso dipinto divisionista di Giuseppe Pellizza da Volpedo (1868-1907), collezione privata, Tutte queste preziose opere della storia dell’arte possono essere ammirate insieme agli effetti luministici di un gruppo di opere tra Otto e Novecento: la luce controllata, come quella che emana La morte di Cleopatra di Achille Glisenti (1848-1906); la luce emozionale, visibile nelle tele di Gaetano Previati (1852-1920), Giovanni Sottocornola (1855-1917) e Giuseppe Mascarini (1877-1954); ma anche una luce narrante la presenza della Provvidenza raffigurata nel Soccorso ad un rovescio di fortuna di Giuseppe Molteni (1800-1867).

Pier Francesco Mola, Diogene, 1640-1660, olio su tela, Collezione Banco BPM. Courtesy Il Gran Teatro della Luce. Tra Tiziano e Renoir

Una importante sezione della mostra è stata dedicata alla conquista tecnologica dell’elettricità. In questo territorio, che ha visto nascere le prime centrali idroelettriche, tra le centrali più belle e produttive, dei veri e propri gioielli di architettura del Novecento che rivivono nel materiale d’archivio di Enel Green Power. Rarissime fotografie retroilluminate, piccoli macchinari, un plastico in lamelle di legno permettono di ricostruire la storia di questi edifici così importanti per l’Ossola e per la produzione energetica del Paese. Sono presenti in mostra il Plastico con gli impianti idroelettrici della valle del Toce (1930 ca.).

“Il Gran teatro della luce è una mostra che presenta capolavori rari, difficilmente visibili al grande pubblico e che intende avvicinare i visitatori a una narrazione per immagini lontane tra loro nel tempo evidenziando il cambiamento dell’uso della luce, la sua diversa resa tecnica, ma anche come il suo valore si sia evoluto nelle varie epoche; un viaggio nel tempo e nello spazio, alla scoperta delle infinite declinazioni della luce che non smettono mai di coinvolgere e incantare l’uomo”.

Giuseppe Pennasilico, Sulla riva della Toce, Galleria Italo Segalini. Courtesy Il Gran Teatro della Luce. Tra Tiziano e Renoir

Le opere che i visitatori possono ammirare dal vero sono quarantacinque, tredici provenienti da un prestito gentilmente concesso da Banco BPM.

La mostra è realizzata grazie al sostegno di Findomo, Palissandro Marmi – Gruppo Tosco Marmi, Ultravox, Enel Green Power, Domocentro by Spinella & Tamini, Colorificio VR, Mac Impianti, Studio Specialistico ABC, Adi – International Chips.

Adam De Coster, Concerto, olio su tela, Collezione Koelliker. Courtesy Il Gran Teatro della Luce. Tra Tiziano e Renoir

Certamente vale la pena di programmare una gita a Domodossola nella provincia del Verbano Cusio Ossola che a dispetto di trovarsi a Nord della Valle d’Aosta è facilmente raggiungibile in auto o in treno, anche ad alta velocità, con percorsi che costeggiano panorami mozzafiato come la riviera del Lago Maggiore.

Musei Civici “Gian Giacomo Galletti”, Palazzo San Francesco, Piazza P.A. Ruminelli, 1 – Domodossola

Tel. 0324-492316 Cell. 338 5029591 www.museicivicidomodossola.it

Email: [email protected]

Aperto tutto l’anno. Orari estivi (21.07.2023 – 08.10.2023) da giovedì a domenica: 10 – 13 e 15 – 19 / Orari invernali (12.10.2023 – 07.01.2024) da giovedì a domenica : 10 – 13 e 15 – 18

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