Al cinema nell’ospedale! Le luci di OSRAM in dono a Medicinema

Un’iniziativa fantastica si è affacciata sulla scena culturale dove il cinema appare in veste di aiuto terapeutico. Parliamo di Medicinema, un’iniziativa nata nel Regno Unito per portare l’emozione del cinema ai pazienti, ai loro affetti più cari e ai caregiver che è stata premiata da ams-OSRAM con il dono delle sue lampade cinematografiche OSRAM XBO alle sale Medicinema, attualmente presenti in Italia nell’Ospedale Niguarda di Milano e nel Policlinico Gemelli di Roma.

La cineterapia

Photo courtesy by ams-OSRAM

Numerosissimi sono gli eventi portati avanti sotto la bandiera de “il cinema che cura”, o “feel better with cinema”, da Medicinema organizzazione no profit che utilizza la cineterapia a scopo riabilitativo. Inizialmente istituita per pediatria, è il primo progetto a livello nazionale che utilizza il cinema e la cultura quali strumenti per il miglioramento della qualità della vita. E, dal 2014, con il patrocinio del Ministero della Salute e quello di ANICA (Associazione Nazionale italiana distributori cinema e video), offre proiezioni a scopo terapeutico all’interno di ospedali e case di cura, in sale dedicate senza barriere. Sono infatti tanti gli studi e le ricerche che dimostrano la validità della cineterapia che non solo migliora la qualità della vita del malato, ma può avere un ruolo rilevante sui tempi di guarigione, sull’equilibrio psico-fisico, sulla riduzione dell’ansia e la percezione del dolore. L’organizzazione no profit che porta il cinema all’interno degli ospedali a scopo riabilitativo realizza anche percorsi formativi per la prevenzione e l’assistenza alle persone fragili, alle famiglie e ai caregiver di pazienti in cura, oltre alle tante iniziative culturali e gioiose come la distribuzione di regali natalizi avvenuta al reparto pediatria di Roma. Ha reso possibile anche assistere alla prima della Scala.

Ad oggi le sale realizzate sono ASST Grande Ospedale Metropolitano Niguarda – Milano, Policlinico A. Gemelli – IRCCS Roma e Spazio Vita-Ospedale Niguarda. Hanno offerto oltre 2.000 film di prima visione accogliendo oltre 40.000  pazienti nelle sale cinema e durante gli eventi realizzati.

Le lampade XBO di ams-Osram

Photo courtesy by ams-OSRAM

Leader globale nelle soluzioni ottiche, ams-Osram ha donato le sue lampade XBO altamente tecnologiche a favore del progetto Medicinema che sono state montate nelle sale cinema dell’Ospedale Niguarda di Milano e del Policlinico Gemelli di Roma. Queste speciali  lampade sono progettate specificamente per il cinema e si adattano perfettamente ai proiettori digitali e gli schermi di grandi dimensioni che necessitano di una potenza ottica elevata. Sono lampade ad altissima tecnologia e prestazione ed elevata luminanza per riprodurre immagini brillanti ad alta risoluzione, garantendo così un’esperienza cinematografica assolutamente indimenticabile.

L’era del cinema digitale ha imposto enormi requisiti alla tecnologia di proiezione, ma la lampada cinematografica XBO è sempre un passo avanti con continui miglioramenti e aggiornamenti. Decenni di tradizione in stretta collaborazione con l’industria cinematografica permettono ad ams-Osram di migliorare continuamente la luminosità, l’efficienza e la durata di queste lampade per accendere la magia del cinema e l’entusiasmo degli appassionati cinefili di tutto il mondo. Le XBO sono tecnicamente altamente avanzate e potenti e mantengono la stessa luminosità per tutta la loro durata di vita e le loro caratteristiche principali sono:

  • arco corto con massima luminanza per una migliore illuminazione dello schermo
  • prestazioni affidabili nel tempo, con temperatura di colore costante di 6000 K
  • semplice manutenzione
  • elevata stabilità dell’arco
  • riaccensione a caldo e illuminazione immediata dello schermo
  • ampio intervallo di dimmerazione
  • potenza da 1200 W a 8000 W

Trame di Luce: luci e musica in uno spettacolo straordinario

Trame di Luce, Installazione Halo, Bergen, Copywright VVM

Un doppio appuntamento, dall’allure internazionale, si appresta ad animare l’inverno italiano nel segno delle atmosfere da sogno, dell’arte e della meraviglia. Da metà novembre al 7 gennaio, per circa 45 giorni, Roma e Monza riscoprono due degli storici luoghi italiani “en plein air” votati alla bellezza, l’Orto Botanico, con l’Accademia dei Lincei di Roma e i Giardini di Villa Reale di Monza che diventano teatro di Trame di Luce. Due siti unici, pervasi di scintillante magia e scenari da fiaba, per condividere un’esperienza pensata per tutti, grandi e piccini. Trame di Luce è la passeggiata più emozionante e magica dell’inverno italiano, tra boschi incantati, curiose creature, grotte magiche, tunnel di luci, galassie colorate e fronde dalle infinite sfumature, uno splendido evento che porta la magia della luce immaginata da artisti nazionali e internazionali a illuminare l’inverno in un percorso fra installazioni e opere d’arte luminose nella natura speciale creata da magnifici progettisti

Si inizia a Roma il 16 novembre, dove quest’anno l’ingresso ufficiale di Trame di Luce è l’Accademia dei Lincei, nel Palazzo Corsini, dal Giardino esterno della Villa tramite un Portale illuminato, via d’accesso al cuore della mostra che è il Museo Orto Botanico. Si prosegue con gli Alberi luminosi, soavi musiche di sottofondo e, siamo in vista delle festività natalizie, l’Albero di Natale che crea un’atmosfera gioiosa nell’area food&beverage. Dal Tunnel di Luci, si accede alla Fontana dei Tritoni, dove si incontra Halo, un’opera ispirata al sole fonte di vita. Subito dopo i visitatori si trovano nel Bosco delle luci, un microcosmo di alberi protagonisti di scenografie uniche e coinvolgenti, grazie alle proiezioni luminose. La mappa di Trame di Luce invita poi a passeggiare con il naso all’insù, per ammirare Earth, l’installazione che riproduce il pianeta Terra. Pura magia è la Foresta di Bamboo, dove si trovano i Pensieri sospesi e i curiosi kappa, creature mitologiche nipponiche e, nel vialetto che precede il Giardino Giapponese, è allestito un tappeto di leggiadri origami tra le rocce e le piante, in un gioco di luce e controluce che prende forma con l’opera On the wings of Freedom di Masamichi Shimada. Continuando il percorso troviamo ancora tante opere che non sveliamo per lasciare il senso della sorpresa  e conquista del bello e sconosciuto.

Trame di Luce, Installazione, LAC, Talking Heads , Viktor Vicsek, Copyright WFOL Niagara Falls

Il 18 novembre è la volta di Monza dove la facciata della Villa Reale viene maestosamente illuminata per dare risalto ai suoi elementi architettonici. Dà il benvenuto ai visitatori come prima attrazione di Trame di Luce La grotta delle lanterne, con 500 punti luce a diverse altezze e a terra. Si prosegue per raggiungere Fuoco ancestrale, Fluxit di Paul Vendel e Sandra de Wolf, e a seguire Il Bosco magico, passando e ammirando diverse altre sorprese di luce i visitatori si trovano davanti al Carillon di Luci, un’installazione interattiva per un’esperienza di gioco attraverso lunghi fili di luce che cambiano colore e invitano alla danza. Vi invitiamo a esplorare e scoprire questo imperdibile spettacolo con tante opere luminose. Attraversando il Tunnel di luci, si giunge all’ultima tappa Luci di Gusto, un villaggio incantato invernale, in sintonia con la natura, che raccoglie luoghi di ristoro e di condivisione, oltre che photo opportunity. Appena prima di accedere a quest’area, P.O. Passione è la grande cornice a forma di cuore per una foto-ricordo da non perdere.

Trame di Luce, Installazione, LAC, On the Wings of Freedom, Aether _ Hemera, Copyright Janus van der Eijnden

È la musica di Alberto Bof ad accompagnare Trame di Luce a Roma e a Monza. Il pianista e compositore di fama internazionale ha vinto l’Oscar come miglior canzone con Shallow, nella colonna sonora di A star is born con Lady Gaga, e ha raggiunto i 100 milioni di download con il pezzo Black eyes scritto con Bradley Cooper e ha lavorato con Chiara Ferragni. Proietta noi visitatori in una dimensione fuori dal tempo, ci avvolge in un’atmosfera ideale risvegliando il bambino che c’è in noi. Bof sarà presente all’opening di Monza e interpreterà tra gli altri, un pezzo suo, Genesis oltre al soundtrack dell’apertura del percorso. Il pianoforte color blu ottanio per Bof, che nasce a Genova come il mare, è un pezzo unico al mondo che arriva da Venezia, realizzato da Zanta, un artigiano specializzato in questo strumento.

Finalmente ho la possibilità di lavorare a un progetto su territorio italiano a larga scala, slegato da ogni tipo di prodotto e legato al puro intrattenimento, ed anche alla natura”, dichiara Bof, che rivela anche di essersi ispirato riguardo a “l’installazione Halo e anche Terra mi hanno dato spunto per uscire dal Pianeta e ricercare suoni ed ambienti cosmici, insieme al Fuoco Primordiale dove ho cercato di andare indietro nel tempo”.

Inoltre, Bof sta “lavorando a parte della colonna sonora del film Hollywoodiano Tin Soldier in uscita 2024 con interpreti Jamie Foxx e Robert De Niro tra gli altri, e allo stesso tempo sto preparando un evento a Venezia e Murano intitolato Good Vibes che porta a fondere l’antica arte del vetro con l’intrattenimento, tutto in una fornace del 1400, atteso il 9 dicembre 2023”. 

Roma, Orto Botanico – 16 Novembre/7 Gennaio

Monza, Giardini Di Villa Reale – 18 Novembre/7 Gennaio

Trame di Luce è creato dal gruppo internazionale dell’intrattenimento IMG e prodotto e curato in Italia da Be.it Events, l’evento accoglierà visitatori italiani e stranieri in due sedi, a partire dal 16 novembre a Roma e dal 18 novembre 2023 a Monza, fino al 7 gennaio 2024.

Info e prevendite: www.tramediluce.it

Si vola con l’arte di Chiara Dynys nell’aeroporto di Milano Malpensa

Gate of Heaven, Chiara Dynys. Photo Roberto Macagnino

Quanti viaggiatori transitano negli aeroporti, pensano sì alla meta del viaggio, ma rimangono lo stesso colpiti da qualche particolare, spesso spettacolare, che trovano all’interno di quel percorso. E, se c’è tempo sufficiente, si ingegnano a cercare un posto per sostare, per mangiare o bere o ancora per acquistare qualcosa per sè o da portare in regalo, ma tuttavia conservano l’impressione di qualcosa di straordinario, magari da raccontare al loro arrivo.

All’aeroporto di Milano Malpensa, nell’area denominata Porta di Milano, dal 19 ottobre fino all’8 gennaio 2024 è possibile ammirare il nuovo progetto espositivo di Chiara Dynys, “Gate of Heaven”, la porta del Cielo. La mostra è curata dal critico d’arte Giorgio Verzotti che è stato curatore del Mart e del Castello di Rivoli e ha dedicato alla grande artista italiana della luce molte pubblicazioni.

Giuseppe’s door, le sette porte di Milano, Chiara Dynys. Photo Roberto Macagnino

La struttura architettonica che ospita l’installazione è nata per celebrare la “soglia” ed è utilizzata per ospitare mostre d’arte ed esposizioni. Comprende un ampio spazio in penombra che funge da accesso per recarsi in aeroporto o per uscirne, in quanto collocato tra il terminal 1 e la stazione ferroviaria, ed è segnata da una lama di luce materializzata grazie a folate di vapore. Chiara Dynys riprende il tema della soglia e si ispira al significato di un luogo come l’aeroporto che rappresenta il senso del viaggio e della scoperta, della partenza e del ritorno per una pletora di mete e motivazioni, quell’andare e ritornare nella nostra grande casa che è il mondo. Tutto pensato in prospettiva spirituale, mettendoci al riparo delle “ali” di San Giuseppe da Copertino, patrono degli avieri, passeggeri e studenti, soprattutto gli esaminandi, con le Giuseppe’s door.

Il libro Staccando l’ombra da terra dedicato al volo, dello scrittore Daniele Del Giudice, parla della gioia, quella speciale euforia che si prova nel vedere l’ombra staccata da terra, ma anche del panico sottile che ci invade. D’altra parte ogni atto della nostra stessa vita rappresenta una sfida verso noi stessi e Chiara Dynys ci propone la metafora di Gate of Heaven, l’immagine di un grande portale, simbolicamente costituito dalle luci delle piste di atterraggio gialle e rosse degli aeroporti.

Il passaggio dei viaggiatori. Photo Roberto Macagnino

Nell’esposizione trovano posto sette porte di vetro di Murano fuso, le Giuseppe’s Door, che simboleggiano, con colori diversi e attraverso la magica opalescenza del vetro illuminato, le sette porte di Milano, vero accesso alla città. Le sette sculture sono state realizzate da Berengo Studio Murano e messe a disposizione da BUILDING Gallery di Milano.

Nelle preziose parole di acuta analisi di Giorgio Verzotti, si legge l’intento di Chiara Dynys:

È dunque un’affinità fra la lucidità analitica non ottimista del sociologo francese Marc Augè e l’atteggiamento dell’artista italiana, salvo che per un particolare. L’arte non è consolatoria, ma può essere salvifica per quella promesse de bonheur che sempre mantiene. La promessa di Chiara Dynys nega l’omologazione, le sue sculture si distinguono l’una dall’altra per i colori, tutti diversi, enfatizzati dai fasci di luce che li colpiscono direttamente nello spazio buio, sottolineando anche la trasparenza del vetro e la reazione diversa di ciascun colore alla luce. Il sociologo analizza impietosamente l’alienazione che governa le nostre relazioni interpersonali, l’artista, praticando quello che potremmo senza tema definire l’ottimismo della volontà, immagina un’alternativa disalienante”.

Il catalogo dell’esposizione vede diversi interventi fra cui testi di Luciano Bolzoni, responsabile Art and Cultural Project SEA, Angelo Crespi, presidente del MA*GA, e Giorgio Verzotti. Tommaso Sacchi, assessore alla Cultura del Comune di Milano, ci parla di come la figura di Chiara Dynys abbia “arricchito la scena artistica sin dagli anni ‘90 con una produzione che indaga l’atteggiamento dell’uomo nei confronti del reale, attraverso l’utilizzo di materiali che spaziano dalla luce al vetro, agli specchi, ai tessuti, ai video e alla fotografia. Un tema che rivive costantemente nelle sue opere è la porta, una metafora della soglia da attraversare per svelare ciò che giace ‘al di là’, simboleggiando il coraggio di superare i limiti. La porta diviene quindi un simbolo di sfida e di nuovo inizio, rappresentando il percorso ininterrotto della vita verso la scoperta della sua vera essenza”.

 

Chiara Dynys è una delle più rilevanti artiste italiane contemporanee. Ha partecipato a numerosi progetti espositivi in Italia e all’estero. L’ultima personale dell’artista Chiara Dynys. Melancholia (2022) è stata al Museo Arte Gallarate. Nello stesso 2022 Chiara Dynys è stata protagonista di importanti esposizioni ed eventi, fra cui Quirinale Contemporaneo presso MIMS – Ministero delle Infrastrutture e della Mobilità Sostenibili, e si è da poco conclusa la personale Chiara Dynys. L’ombra della luce al Mart. A tutt’oggi è visitabile Enlightening Grimoires installazione site specific e donazione permanente al MUVE presso Museo Fortuny, Venezia e SANTE SUBITO E FIORI presso Archivio Vincenzo Agnetti, Milano. Chiara Dynys partecipa, inoltre, alla prima edizione di Reggia Contemporanea, curata da Cristina Renata Mazzantini e da Angelo Crespi, presso la Villa Reale di Monza.

Reggiani illumina il nuovo Flagship Store Filippa K di Amsterdam

Ad Amsterdam, la capitale olandese, nella centralissima via della moda PC Hooftstraat (civico 125), è stato inaugurato il nuovo flagship store del fashion brand scandinavo Filippa K, epitome di stile nordico. Il marchio di moda con sede a Stoccolma è guidato dal creative director Liisa Kessler che spiega come il flagship store aperto nei Paesi Bassi rappresenta l’ultimo capitolo nella storia della trasformazione del brand svedese “in cui si esplora la dualità all’interno di un solo spazio retail”.

Illuminazione con Traceline prodotto da Reggiani. Courtesy © Filippa K

Nella nuova sede, che misura 170 mq su due piani di un ex edificio residenziale, la raffinatezza elegante e minimale viene bilanciata da elementi più naturali semi-lavorati.Alle componenti vintage dell’arredo si aggiunge una pletora di opere commissionate ad artisti, designers ed artigiani. Lo spazio è stato progettato da Liisa Kessler in collaborazione con lo studio di architettura svedese Profan, già progettista dell’interior design dello store di Helsinki, e centra pienamente l’obiettivo di rappresentare il nuovo approccio concettuale allo store design per Filippa K.

La nota dominante del design degli interni è la suggestiva ma morbida tonalità di blu ghiaccio che rimanda ai paesaggi invernali nordici e alla tradizione dei bagni nel ghiaccio, gli stessi che hanno ispirato la prima campagna pubblicitaria del marchio diretta da Liisa Kessler. Il secondo elemento enfatizzato nel concept è l’utilizzo di differenti textures tattili, con rimandi alla sostenibilità: un altro dei temi fondamentali del progetto. In fondo al piano terra, ad esempio, le opere tessili fatte a mano appese nei camerini sono ricavate da filati avanzati dalle precedenti collezioni Filippa K e create da Micael de Leeuw, un artista e pittore che vive in Svezia.

Interno con camerino del Flagship store. Courtesy © Filippa K

Sono gli elementi della natura a influenzare le scelte di design, a partire dagli appendiabiti cromati con sottili distorsioni di forma per dare un effetto di riflessione in uno specchio d’acqua. Il tema continua negli scaffali e nei tavoli con piani a specchio, di cui alcuni sono stati realizzati da Malte van der Meyden, designer con sede in Germania.

Tornando alla tonalità blu ghiaccio, quella del pavimento è stato creata attraverso un processo di tintura a pigmenti. Questo colore di grande impatto visivo si estende alla scala e agli arredi, tra cui il banco di vendita a forma ellittico con piano a specchio.

Il negozio soddisfa gli obiettivi dell’Accordo di Parigi 2030 sul clima, avvalendosi solamente di energia elettrica anziché gas e disponendo di un’unità di recupero del calore per ridurre le emissioni di CO2. Inoltre, l’illuminazione soffusa in tutto il negozio è una soluzione a LED a basso consumo energetico.

Il progetto di illuminazione a LED che fa da cornice allo store, all’insegna dello stile nordico, è il Traceline Surface di Reggiani, sistema disegnato da ARUP, che corre su tutto il soffitto creando una percezione di infinito e ottenendo un risultato illuminotecnico coerente con lo spazio. La temperatura di colore scelta per il progetto, 3.500K, assicura una temperatura di colore neutra che si combina con gli arredi e la palette di colori di ispirazione nordica.

Traceline Surface può essere integrato in gole e dettagli architettonici e, in particolare nella versione Continuous Line, può diventare un elemento grafico distintivo, da abbinare ad elementi architettonici e di design. Grazie al driver integrato, può essere installato anche in assenza di controsoffitti. È possibile trasformare facilmente Traceline Surface in un apparecchio a sospensione utilizzando gli accessori personalizzati, sia per i moduli singoli che per la configurazione di linea continua.

Il “gran teatro della luce” spaziando da Tiziano e Renoir a Pellizza da Volpedo, e molti altri, a Domodossola

Anton Van Dyck, Sacra Famiglia con San Giovannino, 1625-1626, olio su tela, Genova, Collezione BPER Banca. Courtesy Il Gran Teatro della Luce. Tra Tiziano e Renoir

Un calendario ricco di mostre dedicate alla pittura adorna la stagione autunnale e invernale che ci accompagna fino al 2024. I Musei Civici Gian Giacomo Galletti in Palazzo San Francesco a Domodossola ospitano la mostra Il Gran Teatro della Luce. Tra Tiziano e Renoir fino al 7 gennaio 2024. L’esposizione è curata da Antonio D’Amico e Federico Troletti.

L’esposizione è dedicata alla luce su tela nell’arte tra Seicento e Novecento, in un percorso che dal lume di candela arriva alla rivoluzione della luce elettrica. Grandi i nomi presenti: da Tiziano a Van Dyck, passando per Ippolito Caffi e Gaetano Previati arrivando a Renoir. Questi sono gli artisti in una mostra che attraversa diversi secoli, culture, situazioni storiche e nazionalità e che, grazie anche alla preziosa collaborazione di Enel Green Power, intende omaggiare la Val d’Ossola e il suo unico potenziale idroelettrico. Patrocinata dalla Regione Piemonte è stata realizzata dal Comune di Domodossola in collaborazione con la Fondazione Angela Paola Ruminelli e il Museo Bagatti Valsecchi di Milano.

Giuseppe Pellizza Da Volpedo, Panni al sole, 1894-1895, Collezione Privata. Courtesy Il Gran Teatro della Luce. Tra Tiziano e Renoir

Palazzo San Francesco, il Museo dove è allestita, è uno dei palazzi di rilievo di Domodossola e fu edificato lungo i muri perimetrali di una maestosa chiesa del 1200, dedicata all’omonimo santo di Assisi.

Autore dell’allestimento è l’architetto e lighting designer Matteo Fiorini dello Studio Lys che ha creato un innovativo percorso luminoso per opere e spettatori, inteso ad accompagnare la mostra con una “meditazione” guidata per gli occhi e per la mente. Dunque, immerso in una quinta scenica dove la luce lo conduce, al visitatore viene data l’opportunità  di ammirare, oltre agli infiniti variegati aspetti dell’arte della pittura, anche la lettura della luce vista attraverso gli occhi di grandi interpreti della nostra storia. Per l’allestimento sono stati utilizzati materiali tipici locali dell’Ossola come la pietra di serizzo.

Angelo Morbelli, La sedia vuota, 1903, olio su tela, Collezione privata. Courtesy Il Gran Teatro della Luce. Tra Tiziano e Renoir

La prima sezione è dedicata ai dipinti “a lume di candela”, scenari da fonti di fuoco vivo, ovvero la luce artificiale primitiva. Sofisticate opere di artisti fiamminghi seicenteschi come Gherardo delle Notti (Gerrit o Gerard van Honthorst, 1592-1656), Adam de Coster (1586-1643) e Trophime Bigot (1579-1650) in dialogo con un’opera di Angelo Inganni (1807-1880) di molto posteriore – è datata 1850 – il Contadino che accende una candela con un tizzone ardente, proveniente dalla collezione della Fondazione Cariplo, e con una  Natura morta di Giorgio de Chirico (1888-1978) del Novecento.

Francesco Trevisani, Giaele e Sisara, prima metà del ‘700, olio su tela, Collezione Banco BPM. Courtesy Il Gran Teatro della Luce. Tra Tiziano e Renoir

L’artificio teatrale della luce è il cuore della mostra e è esaltata da protagonisti assoluti della scena sacra tra fine Cinquecento e Ottocento, tra questi, il mirabile Cristo morto sorretto dagli angeli di Paolo Piazza (1560-1620) pittura a olio, dalla collezione di Banco BPM, il meraviglioso e struggente capolavoro Deposizione di Cristo nel sepolcro di Tiziano (1488/90-1576) proveniente dalla Pinacoteca Ambrosiana di Milano e il caravaggesco Cristo alla colonna di Mattia Preti (1613-1699) collezione privata.

Tappa successiva per i visitatori è la sezione dedicata alla “luce nella natura”, declinata nel paesaggio lacustre e montano: qui gli artisti osservano e interpretano i differenti momenti della giornata e come cambiano la tonalità e l’intensità della luce nell’alternarsi delle stagioni.  Ammirevoli le opere di artisti ottocenteschi come Ippolito Caffi (1809-1866), Domenico Induno (1815-1878) e Angelo Morbelli (1854-1919) oltre alle tele di grandi dimensioni dedicate al paesaggio ossolano esposte per la prima volta, in cui vengono ripresi i riflessi dell’acqua che riproducono in modo spettacolare le luci tipiche della vallata.

Gaetano Previati, Il lavacro dell’umanità, 1901, olio su tela, Collezione Banco BPM. Courtesy Il Gran Teatro della Luce. Tra Tiziano e Renoir

Questa sezione espone due splendidi capolavori: Le lavandaie a Cagnes di Pierre-Auguste Renoir (1841-1919) e Panni al sole, strepitoso dipinto divisionista di Giuseppe Pellizza da Volpedo (1868-1907), collezione privata, Tutte queste preziose opere della storia dell’arte possono essere ammirate insieme agli effetti luministici di un gruppo di opere tra Otto e Novecento: la luce controllata, come quella che emana La morte di Cleopatra di Achille Glisenti (1848-1906); la luce emozionale, visibile nelle tele di Gaetano Previati (1852-1920), Giovanni Sottocornola (1855-1917) e Giuseppe Mascarini (1877-1954); ma anche una luce narrante la presenza della Provvidenza raffigurata nel Soccorso ad un rovescio di fortuna di Giuseppe Molteni (1800-1867).

Pier Francesco Mola, Diogene, 1640-1660, olio su tela, Collezione Banco BPM. Courtesy Il Gran Teatro della Luce. Tra Tiziano e Renoir

Una importante sezione della mostra è stata dedicata alla conquista tecnologica dell’elettricità. In questo territorio, che ha visto nascere le prime centrali idroelettriche, tra le centrali più belle e produttive, dei veri e propri gioielli di architettura del Novecento che rivivono nel materiale d’archivio di Enel Green Power. Rarissime fotografie retroilluminate, piccoli macchinari, un plastico in lamelle di legno permettono di ricostruire la storia di questi edifici così importanti per l’Ossola e per la produzione energetica del Paese. Sono presenti in mostra il Plastico con gli impianti idroelettrici della valle del Toce (1930 ca.).

“Il Gran teatro della luce è una mostra che presenta capolavori rari, difficilmente visibili al grande pubblico e che intende avvicinare i visitatori a una narrazione per immagini lontane tra loro nel tempo evidenziando il cambiamento dell’uso della luce, la sua diversa resa tecnica, ma anche come il suo valore si sia evoluto nelle varie epoche; un viaggio nel tempo e nello spazio, alla scoperta delle infinite declinazioni della luce che non smettono mai di coinvolgere e incantare l’uomo”.

Giuseppe Pennasilico, Sulla riva della Toce, Galleria Italo Segalini. Courtesy Il Gran Teatro della Luce. Tra Tiziano e Renoir

Le opere che i visitatori possono ammirare dal vero sono quarantacinque, tredici provenienti da un prestito gentilmente concesso da Banco BPM.

La mostra è realizzata grazie al sostegno di Findomo, Palissandro Marmi – Gruppo Tosco Marmi, Ultravox, Enel Green Power, Domocentro by Spinella & Tamini, Colorificio VR, Mac Impianti, Studio Specialistico ABC, Adi – International Chips.

Adam De Coster, Concerto, olio su tela, Collezione Koelliker. Courtesy Il Gran Teatro della Luce. Tra Tiziano e Renoir

Certamente vale la pena di programmare una gita a Domodossola nella provincia del Verbano Cusio Ossola che a dispetto di trovarsi a Nord della Valle d’Aosta è facilmente raggiungibile in auto o in treno, anche ad alta velocità, con percorsi che costeggiano panorami mozzafiato come la riviera del Lago Maggiore.

Musei Civici “Gian Giacomo Galletti”, Palazzo San Francesco, Piazza P.A. Ruminelli, 1 – Domodossola

Tel. 0324-492316 Cell. 338 5029591 www.museicivicidomodossola.it

Email: [email protected]

Aperto tutto l’anno. Orari estivi (21.07.2023 – 08.10.2023) da giovedì a domenica: 10 – 13 e 15 – 19 / Orari invernali (12.10.2023 – 07.01.2024) da giovedì a domenica : 10 – 13 e 15 – 18

Il polo scolastico in corso di realizzazione Campus KID a San Lazzaro di Savena ospita gli Stati Generali dell’Infanzia e dell’Adolescenza

Campus KID San Lazzaro, ATRIO, Visual by MCA

Campus KID, il nuovo polo scolastico progettato dallo Studio MCA – Mario Cucinella Architects, sarà la sede di inaugurazione il 26 ottobre degli Stati Generali dell’Infanzia e dell’Adolescenza (26-28 ottobre 2023), annunciati dal Sindaco Isabella Conti di San Lazzaro di Savena in provincia di Bologna. I temi di riflessione saranno  i problemi e le difficoltà delle famiglie contemporanee nel nostro paese. Gli Stati Generali, evento in collaborazione con Nomisma, cercheranno di rispondere a queste domande e di capire come investire sull’educazione, sull’infanzia e sull’adolescenza. È in programma anche un confronto sulle best practice, in atto internazionalmente, con l’obiettivo di tracciare le linee guida di intervento per le amministrazioni comunali.

Campus KID San Lazzaro, BOX LIBRARY, Visual by MCA

Il nuovo polo scolastico Campus KID, che sarà definitivamente aperto e attivo nel 2024, si trova al confine sud-est del comune di San Lazzaro ai piedi delle colline bolognesi. Il progetto interviene su un’area caratterizzata dalla presenza di differenti tipologie di servizi e strutture e vuole essere un landmark urbano di connessione tra la città e il territorio circostante.

Il centro didattico Campus KID è composto da spazi innovativi e polivalenti per l’insegnamento e per l’apprendimento, intesi a favorire la relazione, la condivisione e la creatività tra gli alunni. Gli spazi sono iscritti in diversi volumi – due scuole, un auditorium e una palestra per ospitare un massimo di 950 studenti – ma è il tetto sospeso come un “foglio” tra gli edifici a caratterizzare visivamente il Campus KID. Questo “foglio” progettuale costituito dalla copertura, dà all’intero complesso una forte identità. È questo grande elemento ad accogliere sotto di sè tutte le funzioni del plesso scolastico, creando continuità tra i diversi spazi e dando vita a un corpo unico dal punto di vista percettivo.

Campus KID San Lazzaro, HALL1, Visual by MCA

Un altro elemento architettonico di forte valenza è l’agorà, una piazza circolare al centro delle due scuole, che rende l’ingresso a scuola accogliente. Infatti, gli alunni entrano in un ambiente all’aperto, ma raccolto e rassicurante. L’agorà svolge anche il compito di ingresso principale per gli spazi comunitari, quali le aule polifunzionali, l’auditorium e la mensa.

Campus KID San Lazzaro, HALL2, Visual by MCA

La scuola elementare (6-11 anni) prevede 20 aule didattiche, laboratori e aule speciali e può ospitare un massimo di 500 bambini. La scuola media (11-14 anni) prevede l’utilizzo dell’edifico esistente, che conta 18 aule didattiche e laboratori; l’ampliamento, a cura di MCA, ha poi previsto la creazione di ulteriori laboratori e aule di musica. La scuola media può ospitare un totale di 450 alunni.

Campus KID San Lazzaro, palestra interna grafiche, Visual By MCA

Gli spazi scolastici sono progettati per andare incontro sia a esigenze didattiche tradizionali che a dinamiche innovative offrendo nuovi scenari per la relazione e la condivisione, le esperienze in laboratori e l’uso polivalente. I due edifici scolastici hanno spazi aperti senza corridoi, dove il bambino può essere “accompagnato” nella sua formazione, dalle scuole elementari alle scuole medie. Il risultato complessivo è quello di uno spazio relazionale inclusivo e flessibile che integra gli ambienti per la didattica agli spazi comuni, compresa una biblioteca, un laboratorio d’arte, uno multimediale e uno di scienze. Luce, colori, spazi dinamici e flessibili, cortili e giardini, il contatto con la natura: questi ingredienti creano un ambiente di comfort ideale dove i bambini più piccoli e anche i ragazzi delle scuole medie possano crescere sia intellettualmente sia fisicamente.

Campus KID San Lazzaro, redHALL, Visual by MCA

Alcuni ambienti sono stati progettati come spazi flessibili durante la giornata per poter essere usati per ospitare attività diverse, anche extra-scolastiche e ad uso pubblico, aprendosi così alla comunità.

All’interno del complesso c’è una palestra tripla – configurabile in varie tipologie di campi sportivi – e diversi ambienti di servizio come spogliatoi, gradonate per il pubblico, magazzini e locali tecnici, il tutto in utilizzo anche alle società sportive locali in orario extra-scolastico. I campi principali saranno inoltre omologati CONI.

L’illuminazione è interamente in LED. Inoltre, nelle aule sono predisposti due sensori che rilevano il livello di illuminazione naturale artificiale. Questo è possibile grazie all’impianto a BUS.

Campus KID San Lazzaro, Planimetria di MCA

Le componenti impiantistiche e strutturali dell’edificio sono progettate partendo dall’analisi e dallo studio del microclima locale, fondamentale anche nella progettazione degli spazi aperti del plesso.

Infine, ampio spazio è dato al progetto paesaggistico del nuovo polo scolastico Campus KID – con l’obiettivo di creare una “struttura vegetale” che faciliti il contatto e l’apprendimento “con” e “nella” natura. L’intervento, oltre a un parco pubblico, include un giardino didattico: uno spazio con orti, serre e un piccolo frutteto – dove gli alunni saranno guidati dagli insegnanti nella coltivazione – e sono previste aree di apprendimento – una con sedute naturali in tronchi su pavimentazione in gomma colorata e l’altra con una seduta ad auditorium su prato – e alcune di gioco – con pavimentazioni naturali, una in sabbia e una in trucioli di legno.

L’utilizzo di vegetazione autoctona e “naturalizzata”, per i nuovi impianti arborei e arbustivi previsti dal progetto, mira a creare la percezione di un “paesaggio” il più vicino possibile a quello che è ancora possibile vedere fuori città, in alcuni lembi di pianura e in collina, garantendo un aumento della biodiversità locale.

Le piantumazioni sono tutte caducifoglie e di conseguenza con il loro fogliame contribuiscono a mitigare la radiazione solare durante la stagione estiva e quando cadono le foglie in autunno a preservare l’illuminazione naturale degli spazi durante la stagione invernale.

Il risultato complessivo è racconta l’architetto Mario Cucinella, fondatore di MCA – Mario Cucinella Architects è “uno spazio aperto alla comunità e in armonia con il parco urbano, che garantisce condizioni di benessere negli spazi esterni ed interni, sfruttando le potenzialità del sito per migliorare il comfort, minimizzando i consumi e massimizzando le strategie passive”

 

Crediti

Luogo: San Lazzaro di Savena (BO)

Anno: 2018 – in corso

Tipologia: Istruzione

Cliente: Comune di San Lazzaro di Savena

Area: 8.400mq

Progetto: Mario Cucinella Architects

Team: Mario Cucinella, Tommaso Bettini (Design Director), Marco Dell’Agli (Project Director), Cecilia Patrizi (Project Director), Ulrich Seum (Project Leader), Luca Vernocchi (Project Leader), Luca Sandri (Project Leader), Silvia Conversano (Team Member), Francesca Fabiana Fochi (Team Member), Laura La Mendola (Team Member), Alessio Naldoni (Team Member), Simone Papucci (Team Member), Maria Pazzaglia (Team Member), Martina Ruini (Team Member), Valerio Vincioni (Team Member), Augusta Zanzillo (Team Member), Andrea Rossi (R&D), Roberto Bacchilega (Landscape Design), Roberto Guidi (Computational). Walter Vecchio (Visual Artist)

Progettazione strutturale, impianti elettrici e speciali coordinamento sicurezza: Ing. Tommaso Pazzaglia

Progettazione antincendio: Arch. Christian Zambonini

Geologo: Geol. Claudio Preci

Esperto energetico-ambientale: Ing. Cosimo Marinosci

Impresa esecutrice 1. e 2. Stralcio: RTI con Capogruppo Ahrcos (opere edili), con Sistem (carpenteria lignea), INCI (carpenteria metallica), MEI (Impianti)