Autore: Monica Moro
Reale o virtuale, un mondo da costruire insieme. Intervista a Marcel Wanders (articolo pubblicato su LUCE 345, settembre 2023)
LUCE ha incontrato il designer olandese che è stato definito da Businessweek “leader del cambiamento” per la sua voglia di evolversi e di accettare nuove sfide che ci racconta il suo pensiero sul design, la luce e le nuove tecnologie. “…In qualità di progettisti e produttori, dobbiamo cercare di creare cose che possano conservare immutati i valori nel tempo. È importante portare la bellezza nella nostra quotidianità… Come è possibile che il mondo virtuale, totalmente artificiale, possa attrarci in misura maggiore del mondo reale? Credo che gli esseri umani debbano cercare di essere ‘incredibilmente’ fisici e ‘oltraggiosamente’ virtuali”
Il designer olandese Marcel Wanders ha ottenuto il riconoscimento internazionale con la sedia Knotted Chair, disegnata per il collettivo creativo Droog Design, un fenomeno storico degli anni ’90, esposta al MoMa di New York che abbina materiali high tech a una produzione low tech. Una combinazione progettuale che è, oggi, una costante del pensiero di Wanders. A cavallo del nuovo millennio ha fondato l’azienda di arredo Moooi, parola che in olandese significa “bello”. L’anno scorso ha chiuso il suo studio di progettazione che contava una sessantina di collaboratori che lavoravano nel campo dell’architettura, degli interni e del product design con marchi come Baccarat, Flos, Christofle, Louis Vuitton, Lladró, Roche Bobois, Alessi, Bisazza, Cappellini, KLM, Swarovski, Hyatt e Puma. Una decina di anni fa il
lo ha definito “Lady Gaga del mondo del design” per il suo essere sorprendente, ironico e creativo. Oggi, imprevedibile come sempre, Wanders ha intrapreso un nuovo corso professionale: lavora da solo, in un modo più personale, avventuroso e introspettivo. Ha ricevuto numerosi premi di design, gli sono state dedicate mostre in tutto il mondo ed è stato designato come “leader del cambiamento” da Businessweek.
La luce, la bellezza e la natura di Michael Anastassiades (articolo pubblicato su LUCE 344, giugno 2023)
Antiche lavorazioni sartoriali e nuove interpretazioni tecnologiche in Habitus, il progetto di Foscarini, Andrea Anastasio e Amal
La nuova lampada “Layers” di Signify, creata con tecnologia 3D printing in colori e pattern delicati come tessuti
Expo 2025 a Osaka: il padiglione Italia Di MCA Mario Cucinella Architects è già in costruzione
Il Padiglione Italia con la presenza della Santa Sede
In Giappone nel 2025, tra poco più di un anno, precisamente nella città di Osaka, si terrà dal 13 aprile al 13 ottobre l’esposizione universale, un evento che si tiene ogni cinque anni e che dura ben sei mesi. Incaricato del progetto del Padiglione Italia è MCA – Mario Cucinella Architects e, per la prima volta, il nostro padiglione nazionale ospiterà al suo interno anche lo spazio dedicato alla Santa Sede. Per il Padiglione Italia è stato nominato commissario generale Mario Andrea Vattani, mentre per la Santa Sede l’incaricato è Mons. Rino Fisichella.
Progettare la società futura per le nostre vite
Il tema generale dell’expo è Designing future society for our lives ossia progettare la società futura per le nostre vite, con i tre sottotemi saving lives, empowering lives e connecting lives – salvare, potenziare e connettere vite. Il nostro padiglione prende spunto da questi temi che mettono in primo piano l’essere umano, interpretando “l’arte rigenera la vita”. La Santa Sede in particolare ha come tema “La bellezza porta speranza”: la via pulchritudinis ha da sempre costituito un veicolo efficace per comunicare il cuore della fede. Per l’area Italia l’architetto Mario Cucinella, fondatore di MCA, ha scelto il concept della “Città ideale”. La città ideale è un argomento tipico della nostra cultura architettonica con tanti esempi concreti nel territorio, come Urbino, Pienza e Palmanova.
Tre gli elementi della città ideale rappresentati nel padiglione
Per noi l’arte è intessuta nel contesto che viviamo tutti i giorni. È un’esperienza quotidiana, la città ideale più che un’astrazione utopica è rappresentata concretamente nella geometria urbana estetica e “politica” della piazza con la presenza di un edificio pubblico e una chiesa. Il progetto del Padiglione nasce da tre elementi architettonici classici: il portico, il teatro e il giardino.
Il portico
Il Padiglione sarà una struttura viva del saper fare italiano antico e contemporaneo che tutto il mondo ammira e che accoglierà eventi artistici, scientifici, imprenditoriali, sociali. I visitatori entrano dal fronte principale costituito da un grande portico, alto come tutta la facciata, in uno spazio d’incontro coperto. Da lì accedono al cuore espositivo ed esperienziale all’interno della costruzione che consente alla luce del cielo e del mare di attraversarla.
Il teatro
I visitatori avranno la sorpresa della presenza di un teatro all’interno. La prima espressione della realtà virtuale nella storia è forse proprio il teatro che nella nostra cultura si è manifestata soprattutto con l’opera, il melodramma. Il teatro qui rappresenterà la città, il verde e le infrastrutture del futuro: si entra da una macchina scenica e ci si trova in una piccola città con le “botteghe” dove ci saranno mostre permanenti e temporanee e un auditorium per gli incontri e i convegni. Il percorso farà vivere spazi urbani e modi di socializzare di possibili scenari futuri. È un approccio inclusivo e sociale per valorizzare qualità e artigianalità in connubio con le nuove tecnologie che affronta temi come tecnologia ed energia, alimentazione ed ambiente, manifattura e design, arte e architettura.
Il giardino all’italiana in chiave contemporanea
In cima al padiglione, adagiato sul tetto, verrà approntato un giardino, un grande ring, una passeggiata aerea che si svolge in una sorta di labirinto che al suo interno cela opere d’arte, sculture, materiali. È un luogo di svago con annesso un ristorante con terrazza da cui si vede il mare. Il progettare e mettere in atto giardini è un modo di prendersi cura della natura, implica un sentimento, un approccio che richiede un continuo intervento e pensiero, in bilico tra la sfera naturale e artificiale.
Sostenibilità del padiglione
L’expo occupa un’isola artificiale, fatto di cui si è tenuto conto nella progettazione che è partita da un’attenta analisi del microclima locale. La proposta ha un approccio che promuove un’economia circolare interna al sito, considerando aspetti quali l’origine naturale dei prodotti, la filiera corta, il contenuto di riciclato, l’assenza di ingredienti tossici e la disponibilità di certificazioni. Per esempio il materiale di costruzione, il legno, proviene da filiere locali certificate. Il Padiglione, una volta terminato il suo ciclo di vita alla fine dell’expo, verrà smantellato e tutto il materiale riutilizzato nell’ottica della sostenibilità. Ogni singolo elemento avrà caratteristiche materiche, di design, tecnologiche tali da consentire la loro trasformazione, senza subire successive lavorazioni, per potersi adattare a nuove esigenze.
Obiettivi del padiglione
“Al termine dell’esposizione questo ‘laboratorio Italia’ dovrà diventare un archivio da mettere in mostra, una banca dati di best practice, brevetti, opere, idee sostenibili, collaborazioni tra intelligenza umana e intelligenza artificiale, successi sociali in termini di integrazione, di partnership commerciali tra aziende e accordi tra Paesi, perché l’arte rigenera la vita. L’Italia già nel Rinascimento si è fatta laboratorio di genialità e capitale globale dell’arte e dell’innovazione”.
Opportunità per le imprese
L’esposizione universale prevede un pubblico in larga parte giapponese, ma anche asiatico: sono attesi almeno 30 milioni di visitatori. I giapponesi ci conoscono bene e da lungo tempo, abbiamo una grande affluenza di turisti dal Giappone in Italia, ma parte dei visitatori dall’Asia, che si spera divengano i nostri interlocutori del futuro, verranno alla scoperta non solo del made in Italy più celebre come la moda, il design e il food, ma anche della nostra tecnologia, la nostra ricerca e le nostre aziende. Per questo motivo il padiglione non è pensato per essere solamente un momento concettuale, ma un luogo dove le aziende possono raccontarsi e presentarsi e anche per mostrare il know-how e la capacità di “pensare con le mani” dove prima di fare c’è un pensiero lento per poter poi andare veloci.
La dichiarazione di Mario Cucinella
“Progettare il Padiglione Italia per l’Expo di Osaka 2025 è un’opportunità unica per la creazione di un vero e proprio palcoscenico in cui non solo mostrare – a un pubblico globale – cultura, storia e innovazione del nostro Paese, ma creare un luogo in cui tessere connessioni: per future collaborazioni, per rafforzare legami per scambi culturali, sociali ed economici. In linea con il tema Saving lives e con gli obiettivi degli SDGs, il progetto e le conseguenti scelte compositive, tecnologiche e materiche, si faranno promotori di un rinnovato equilibrio tra uomo, natura e tecnologia e potrà diventare un potente strumento per promuovere, ispirare azioni e istaurare nuove sinergie per lo sviluppo di un futuro più sostenibile. Il Padiglione rappresenta una nuova idea di società e di città: un organismo vivente in cui le relazioni fra uomo, arte, ambiente e storia possano materializzarsi.”
Team
MCA – Mario Cucinella Architects Surl, capofila /capogruppo
MILAN Ingegneria Spa
TEKSER Srl
Zeranta Edutainment Srl
GAE Engineering Srl
Geologo Claudio Preci
BEYOND LIMITS
NISHIO RENT ALL CO., LTD
NOMURA CO., LTD
AoR – YOSHIKI MATSUDA ARCHITECTS