Riciclo, riflessione e luce: l’arte di Fabio Laporta alla Boschina di Calcinato (BS)


2222, dettaglio. Courtesy Fabio Laporta

Venerdì 26 maggio alle 18.00 a Calcinato (BS) nel cortile del complesso La Boschina verrà inaugurata la mostra Recycled Art a cura di Alberto Rovati, in arte Rovatinsky, street artist calcinatese.

2222, dettaglio. Courtesy Fabio Laporta

L’esposizione rientra nel progetto del “Bosco Diffuso”, iniziato nel 2022 al fine di permettere la fruizione dell’area, un vero e proprio “bosco urbano”, valorizzandola dal punto di vista paesaggistico, botanico, culturale, storico, artistico e sociale. La Boschina verrà trasformata in un luogo identitario e culturalmente propulsivo, di incontro e socializzazione, oltre che di percezione e arricchimento emotivo, culturale, scientifico ed ecologico. L’iniziativa fa parte a sua volta del progetto culturale La ragazza a testa in giù, ispirato a un racconto di Milde Caffetto, avvocato e scrittrice, pubblicato nel 2018 da Liberedizioni.

E la ricostruzione di un equilibrio anche ecologico parte indubbiamente dal rispetto ambientale e dalla sostenibilità, di cui la Recycled Art è espressione in quanto nata dal riutilizzo di materiali di riciclo artificiali o naturali a cui viene data una “seconda vita” trasformandoli in opere d’arte, sculture e oggetti di artigianato. Arte che, quindi, esprime la voglia di ripulire il nostro Pianeta e dimostra come tutto possa trasformarsi e diventare qualcosa di nuovo, evitando allo stesso tempo ogni spreco.

Tra le opere dei diversi artisti in mostra fino a domenica 28 maggio, invitano alla riflessione le creazioni legate anche alla luce di Fabio Laporta, pittore autodidatta astratto impegnato nella ricerca perpetua di nuove valenze espressive.

Medusa, dettaglio. Courtesy Fabio Laporta

2222 è un’installazione realizzata con materiali di riciclo che proietta la visione di un futuro apocalittico in cui la vita è scomparsa dal Pianeta e si assiste a una nuova deriva dei continenti, fatti interamente di spazzatura, unica eredità della razza umana. Dall’unione di miliardi di monouso plastici nasce TUTTO PLASTICA, un globo raffigurante la Terra, formato da bottiglie di plastica (materiale più usato in tutto il mondo) e avvolto da cinque nastri colorati, simbolo dei 5 continenti riprodotti negli anelli dei giochi olimpici. “Il globo è retroilluminato da un faro a LED che proietta vari colori, in quanto ciascuno di noi presenta una sua sensibilità, diversa da quella degli altri, ma l’invito è lo stesso per tutti: riflettere sul comportamento irresponsabile dell’umanità, sulla violenza contro la natura e sull’eccessivo spreco della nostra società”. Il gioco di riflessione della luce sulle bottiglie è infatti un monito a riflettere su quanto stiamo facendo e ad essere consapevoli che è ancora possibile cambiare per evitare la catastrofe che prende forma nell’opera, oltre a dare nuovo vita a materiali di scarto che vengono riciclati.

Il riciclo e l’importanza di prendere consapevolezza della situazione sono anche i temi di Medusa, opera sempre formata da materiali di scarto. Durante l’epidemia di COVID e il lockdown, l’artista si è trovato, un po’ come i personaggi del Decameron di Boccaccio, a descrivere le sue giornate attraverso disegni, soprattutto ad acrilico, realizzati sulla carta che aveva a disposizione, ad esempio i cartoni delle uova. Questi pezzi di carta sono andati a comporre una sorta di racconto/diario di quel momento particolare della nostra storia in cui eravamo isolati, ma in cui comunque i consumi non si sono fermati, basti pensare alle mascherine. I frammenti di carta, anche rimodellati, sono diventati tessere della scultura che riproduce nella forma sia una medusa, animale che vive sott’acqua e che mano a mano risale verso la superficie, sia l’iride dell’occhio umano. Si tratta di una metafora dell’incontro con il nostro inconscio abissale che, come appunto una medusa, risale fino alla presa di coscienza che il destino può essere cambiato, trasformato, migliorato in modo da conciliare l’impossibile con il bello. L’avvenire sarà così in armonia con la natura e luminoso, come la luce del faro LED che illumina con diversi colori l’opera rendendola viva e pulsante. “È un invito a riflettere, in particolare sul fatto che l’uomo stesso vive di luce riflessa dalla Terra, unica casa che abbiamo e che dobbiamo rispettare”.

Si tratta quindi di installazioni in cui Fabio Laporta ha voluto comunicare un velo di tristezza, ma anche ottimismo nella ricerca del bello che si trova in ognuno di noi, nella speranza che l’umanità possa evolversi in modo migliore fino a rifiutare ogni forma di violenza, anche contro il Pianeta. Anche se non siamo perfetti.