
A inizio 2023 si è conclusa l’opera di restauro delle due straordinarie tele dipinte dal pittore Giambattista Tiepolo (1696-1770) per la Cappella del Sacramento della Basilica di San Lorenzo a Verolanuova (BS), un vero e proprio “scrigno d’arte” che, oltre al Tiepolo, custodisce opere di altri famosi artisti. I due teleri, la Raccolta della manna e il Sacrificio di Melchisedech, con i loro 10 m di altezza per 5 m di larghezza, sono i dipinti più grandi mai realizzati dal grande maestro veneziano. Fino al 4 giugno potranno essere ammirati da una nuova prospettiva, a distanza ravvicinata, grazie a una struttura temporanea costruita appositamente per l’occasione che permette ai visitatori di salire fino a nove metri di altezza.
Per celebrare l’evento, l’Amministrazione Comunale di Verolanuova ha inoltre promosso il Festival Il Tiepolo Scomposto, un ricco programma di eventi, incontri, performance e mostre sotto la direzione artistica di Pietro Arrigoni, registra teatrale, Public Speaking, insegnante di teatro e direttore creativo di eventi.

Tra gli appuntamenti più significativi va indubbiamente citata la mostra multisensoriale allestita fino al 27 marzo all’interno della Chiesa della Disciplina, a cura di Pietro Arrigoni con il coordinamento organizzativo di Anita Papa.
È un progetto che con la sua modalità di esposizione diventa racconto, partendo dall’idea di spogliare/svelare l’origine delle opere attraverso l’installazione di una copia del telaio di legno di 10 x 5 m (le stesse dimensioni delle opere del Tiepolo) e di tele bianche, come se tutti questi elementi fossero in una sospensione e in attesa di venire messi in atto.
Si tratta di una finestra sull’arte di Giambattista Tiepolo, un’idea di Scomposizione che risveglia i sensi e che trasforma l’edificio sacro in un innovativo cantiere d’arte, nata dalla domanda “ma cosa c’è dietro?”. Alla quale Arrigoni ha risposto esplorando il “dietro” fisico e concreto delle pale (le tele e i telai), ma anche il “dietro” storico, sensoriale ed emotivo che le ha accompagnate dalla concezione fino alla realizzazione.

Nella navata centrale della Disciplina è posizionato il grande telaio, creato dal maestro d’ascia bresciano Giovanni Papa, un ponte simbolico di unione tra le città di Brescia e Bergamo, in quanto riprende idealmente il primo telaio delle due pale, prodotto 101 anni fa da una falegnameria di Bergamo. Ma è anche, come spiega Pietro Arrigoni, un omaggio alla mano dell’uomo che realizza, una valorizzazione del lavoro artigianale. Lo stesso discorso vale per i lunghi teli che sovrastano (e pendono da) braccia, cuore e corpo della chiesa, creando un’atmosfera quasi metafisica. Sul telo centrale che, come il telaio, ha le medesime dimensioni dei dipinti (e che con il telaio stesso costituisce un dittico ideale), vengono proiettate immagini di documenti storici e rapporti epistolari tra Tiepolo e personaggi locali e fotografie e cartografie del percorso fatto dai teleri sul fiume Po per giungere a Verolanuova. Il proiettore è posto nell’abside nascosta dietro al telo in quanto non incusa nell’area espositiva. I tessuti sono retroilluminati da faretti LED a luce fredda (il telaio è invece sottolineato da luce calda), in un gioco di trasparenze e penombre che “abbracciano” i visitatori, con la luce che “sfonda, attraversa, supera e affronta le tele”. Perché, dice Arrigoni, la luce sorregge lo sguardo come i supporti sorreggono la tela, è un incontro che nasce dal buio in cui si è portati a porsi domande e all’autoriflessione. È un invito a mantenere gli occhi e la mente aperti per vedere l’inatteso nella quotidianità, come il “mantra” ripetuto ai giovani coinvolti nel progetto, per dare spazio alle realtà giovanili del territorio e per “far germogliare in loro un seme di curiosità e cultura”, la stessa cultura che può generare benessere economico e sociale.

Per illuminare la mostra si è dovuti partire dall’illuminazione preesistente della Disciplina a cui non è stato possibile aggiungere ulteriori punti luce per i vincoli posti e si è quindi dovuto trovare connessioni fra l’architettura dell’edificio e la luce che agisce su tele, trasparenze e tagli diagonali, raggiungendo una perfetta armonia tra illuminazione, installazione e oggetti esposti. Il pavimento originale viene esaltato con luce a pioggia che mette in evidenza anche i contenitori in vetro trasparente in cui vi sono le essenze profumate del “percorso olfattivo” che ricreano i saperi, l’atmosfera e gli odori tipici delle botteghe d’arte dell’epoca. Il risultato è una nicchia emozionale “dove la luce definisce un aspetto e porta l’attenzione su altri. Orienta i visitatori a una visione dinamica e a una riflessione dentro di sé osservando e osservandosi nello stupore della scoperta, perché la luce è l’allora, il poi e l’adesso”. L’asse è spostato da una luce “religiosa” che celebra la messa a una luce “laica” che celebra la bellezza.
L’esperienza multisensoriale si completa con una composizione sonora curata dal sound designer e musicista Alessandro Pedretti e dall’artista visiva e scultrice Milena Berta. Utilizzando microfoni a contatto, microfoni sismici e microfonici a condensator, Pedretti ha registrato i movimenti di Berta a ricreare un soundscape probabilmente affine a quello della bottega di Giambattista Tiepolo.