Euroluce 2023. Quando la luce diventa esperienza e responsabilità


tcl, albe, ph Diego Ravier, Courtesy Salone del Mobile.Milano 1

EDITORIALE

Si sono conclusi Euroluce 2023 e la Milano design week. La grande kermesse è stata un successo soprattutto in termini di presenze a Milano, oltre 350.000 tra operatori e turisti provenienti da tutte le parti del mondo. Numeri da pre-pandemia che sanciscono il successo del nuovo format della Manifestazione, confermando la forza catalizzatrice dell’evento quale palcoscenico internazionale della creatività che non rappresenta solo una “boccata d’ossigeno” per l’economia della città e del nostro Paese, ma soprattutto ci indica gli scenari, le tendenze di un mondo, quello del design e della luce che sta cambiando profondamente.

tcl, Nannucci, ph Diego Ravier, Courtesy Salone del Mobile.Milano

Oggetti, allestimenti, installazioni, visioni pensate per raccontare, provocare e far riflettere. Forse è proprio la forte capacità narrativa che emerge dalla cronaca di questa design week che abbiamo cercato di raccontare anche noi su questa testata e che approfondiremo nello speciale sul prossimo numero di LUCE. L’architettura, il design, l’arte e la luce sono discipline dai confini sempre più labili. La creatività e l’innovazione sono il fil rouge che uniscono mondi apparentemente distanti che dialogano sempre di più.

tcl, albe, ph Diego Ravier, Courtesy Salone del Mobile.Milano

In questo contesto la protagonista dell’edizione del Salone 2023 è proprio la luce ma non intesa nella sua accezione di oggetto, di lampada, ma nel senso più ampio di esperienza luminosa. Lo abbiamo visto soprattutto all’interno dei padiglioni della biennale della luce dove abbiamo potuto conoscere e sognare la luce stessa attraverso il racconto di una pluralità di voci curatoriali e progettuali, un dialogo “in divenire” con il visitatore che è stato catturato da una serie di mostre dove il tema luce è stato raccontato attraverso la fotografia, il design e l’arte. Una felice contaminazione che abbiamo ritrovato anche negli show room, nei cortili e nelle stanze di splendidi Palazzi, gioielli dell’architettura milanese come Villa Necchi Campiglio, capolavoro del grande maestro del razionalismo Piero Portaluppi, o gli splendidi giardini di Palazzo Citterio che hanno aperto per l’occasione le loro porte a designers, aziende e creativi di tutto il mondo. Luoghi che si sono trasformati in palcoscenico non di semplici allestimenti ma di installazioni artistiche, esperienze immersive multisensoriali dove la musica, le immagini, la luce, l’utilizzo artistico e creativo di diversi materiali ci hanno riportato in una dimensione onirica che ci ha restituito una percezione della luce non in senso tecnico ma nella sua più ampia capacità di trasmettere emozioni e messaggi. Perché, se è vero che il presente continua a interpellarci, designer, lighting designer, architetti e artisti sono chiamati a rispondere parlando di responsabilità sociale, etica, politica oltre le etichette, le categorie e gli specialismi. Un concetto che è emerso dalle parole del grande maestro del design Gaetano Pesce che nel Salone Satellite ha incontrato i giovani ai quali ha spiegato la necessità di recuperare il significato nel progettare oltre alla forma e alla funzione, perché non esiste la bellezza assoluta, e la ricerca meramente estetica diventa un esercizio stilistico che non porta all’innovazione. Un maggiore senso di responsabilità lo abbiamo visto in questa settimana nelle molte installazioni, talks e novità del Salone e del Fuori Salone che hanno posto l’attenzione sul tema della sostenibilità, portandoci a riflettere sul futuro del lighting designer e della progettazione che dovrà prevedere sempre di più un nuovo approccio nel modulare la luce per ridurre i consumi e, soprattutto, per rieducare gli occhi a una luminosità variabile e in maggiore sintonia con i bioritmi umani e gli ecosistemi. Una luce più etica, meno invasiva e più rispettosa della salute e del benessere umano, animale e dell’ambiente che ci circonda. Attenzione è stata posta anche sull’uso e allo studio di nuovi materiali come quelli realizzati con il 3D painting che rappresenta una vera e propria rivoluzione nella produzione di prodotti riciclati e riciclabili. Un approccio e una responsabilità che coinvolge accanto ai lighting designers anche i produttori che dovranno sempre di più impegnarsi in un’ottica virtuosa di economia circolare che genera scarti selezionati e già pronti a trasformarsi in nuova bellezza.