Spoon è il nome del nuovo sistema di illuminazione urbana ideato da Atelier(s) Alfonso Femia per Cariboni Group. Per apprezzare la nuova produzione per esterni, l’azienda lecchese, all’interno del padiglione 13 di Euroluce, ha allestito uno spazio molto particolare, pensato e progettato sempre da Alfonso Femia / AF*Design.
L’allestimento

Si tratta sette corridoi di accesso, con gallerie a volta, su una superficie di 300 metri quadrati, che convergono verso un’area centrale a rappresentare la piazza urbana italiana: un interno urbano dove protagonisti sono la tecnologia delle nuove lampade e la luce.
Alfonso Femia ha così disegnato uno spazio che crea le condizioni per l’osservazione, la riflessione, il dialogo. Qui la luce diventa elemento di progetto di tutte le ambientazioni, capace di aprire un dialogo tra luogo e uomo, mentre forma e geometria dello stand esprimono la loro coerenza con i materiali, in una continua emozione scenografica.
Nell’allestimento della piazza c’è una grande attenzione alla sostenibilità, sia per la selezione dei materiali – il mdf, multistrato -, sia dei rivestimenti – vernici all’acqua, eco laminati per il pavimento flottante -. Ma è sulla potenzialità di riuso in altri contesti, sull’ottimizzazione del processo di disassemblaggio e ricomposizione delle componenti dello stand che emergono, come tratti prevalenti del concept, la responsabilità progettuale e il rispetto ambientale del progettista.
Il senso della sfida

Ma la condivisione degli obiettivi tra l’Atelier(s) Femia e Cariboni Group è più profonda e va oltre la collaborazione professionale: un’intesa sui temi di progetto e design, di qualità, prestazioni e comfort.
Il progetto di Spoon nasce da una riflessione: la lampada per esterni è un oggetto da troppo tempo relegato a una dimensione ipertecnologica o riempita di pseudo classicismi.
“Nella definizione del comfort urbano – ha affermato Femia nella conferenza stampa di due giorni fa – è necessario sincronizzare l’illuminazione agli scenari contemporanei. Per questo la nuova linea di prodotti definisce lampade urbane capaci di dialogare e di reagire alle situazioni mutevoli, non oggetti indifferenti, ma integrati e coerenti alla riscrittura delle città”.
Quella lanciata da Femia è stata una sfida, che Dante Cariboni, ceo di Cariboni Group, ha raccolto.

“Avviare una collaborazione con un’azienda significa assumersi delle reciproche responsabilità – ha spiegato il fondatore di AF*Design -. Abbiamo deciso di metterci in gioco ponendo il progetto al centro della nostra collaborazione. Che per noi ha voluto dire impegno, gioco di squadra e rapidità delle scelte. La riflessione iniziale è partita proprio da questa considerazione: i corpi illuminanti, intesi come elementi tecnici, almeno qui in Italia, hanno perso la loro capacità di rapportarsi e di disegnare il paesaggio intorno. A Dante Cariboni abbiamo lanciato una sfida: provare a fare un passo nella direzione del recupero della dimensione paesaggistica dei corpi illuminanti. Insieme, in poco tempo, abbiamo intrapreso un percorso che ha preso forma anche nello stand, che rappresenta lo spazio pubblico”.
La personalità dell’oggetto lampada

Spoon contribuisce al design urbano con una forte personalità cromatica e materica e un’inedita scelta di progetto, particolare per un sistema outdoor: i volumi dei corpi sono sviluppati su geometrie asimmetriche.
La sfida tecnica è stata anche quella di progettare un elemento dinamico, declinabile alle diverse scale, geometrie e posizioni tra lo spazio specifico e l’ambiente complessivo. Il design è stato messo a punto e differenziato, per dimensione dei corpi, per sistemi di fissaggio e per flussi luminosi.
Da questa virtuosa collaborazione sono così nate tre lampade urbane di differenti dimensioni che possono essere fissate su alte e affilate aste verticali, su bassi steli cilindrici, a parete o a soffitto. Ogni lampada è raccordata alla struttura di sostegno con un giunto che ne permette l’inclinazione in regolazione continua, per un preciso puntamento dell’emissione luminosa. Il rapporto di forma differente, la possibilità di posizionamento ad altezze variabili e di orientamenti diversi, ne definisce il carattere e l’indole luminosa.


“Spoon – hanno commentato Femia e Cariboni – è un oggetto collaborante all’identità dei luoghi, delle piazze, dei parchi, dei giardini, dei viali. Il sistema è stato infatti pensato per offrire il massimo comfort e la massima efficienza sia per le superfici orizzontali, percorsi e spazi, sia per quelle verticali, facciate, installazioni, monumenti”.
Spoon infatti soddisfa le esigenze a diverse scale progettuali: illumina le aree pedonali, le piazze e gli slarghi, i parchi; le piste ciclabili e ciclo-pedonali; le strade carrabili, urbane ed extraurbane. Per ogni lampada sono infatti disponibili numerose opzioni di distribuzioni ottiche per l’illuminazione stradale e per la proiezione architetturale.
“La collezione Spoon – secondo Femia – plasma e rende mutevoli le forme che costruiscono lo spazio. Racconta la creatività, la ricerca e la progettualità, combinando forme, funzioni e relazioni materiche”.
La ricerca della sostenibilità

In questa nuova linea di prodotti Cariboni Group ha integrato i propri sistemi ottici Eco-Centric Lighting, che offrono alla notte un nuovo equilibrio tra luce e oscurità, nel rispetto dei ritmi biologici di flora e fauna e dei bisogni umani di sicurezza e benessere. Il rispetto dell’ambiente naturale è un valore importante per l’azienda lombarda. Limitare l’inquinamento luminoso è solo una delle pratiche aziendali che mirano alla sostenibilità. Ogni lampada urbana della linea Spoon è stata progettata per durare a lungo e resistere anche negli ambienti più difficili.
“La sostenibilità ambientale – ha aggiunto Cariboni – è un valore non sempre quantificabile. Le implicazioni ecologiche delle attività imprenditoriali vanno oltre la razionalizzazione delle risorse, il rispetto delle normative, le certificazioni green: è una questione di gentilezza nei confronti dell’ambiente e di tutta la vita che lo abita”.
L’appello di Dante Cariboni

Alla conferenza stampa di presentazione di Spoon, moderata da Giorgio Tartaro, oltre a Cariboni e Femia, hanno partecipato anche Silvia Perego, lighting designer di In-Visible lab, e Miriam Emiliano, designer curator di Cariboni Group.
L’incontro si è concluso con l’appello di Dante Cariboni a favore della figura e del ruolo dei lighting designer.
“In Italia questa figura professionale è ancora poco presente. E questo rappresenta un problema. Il lighting designer è colui il quale è in grado di valorizzare la nostra produzione. Noi dobbiamo saper valorizzare i nostri bellissimi prodotti. E chi lo può fare sono i lighting designer, che devono diventare uno dei motori della produzione italiana di questo settore”.