
Il racconto per immagini della relazione tra luce naturale e architettura, natura e tempo: è questo il tema della mostra “Hélène Binet. Natura, tempo e architettura”, allestita al padiglione 11 del Salone del Mobile, una selezione originale di fotografie di Hélène Binet fotografa svizzera-francese di fama internazionale e sostenitrice della tecnica analogica che, nell’arco di oltre 35 anni, ha immortalato sia l’architettura contemporanea che quella storica con una sua originale e inconfondibile poetica. Le immagini, attinte dall’archivio del suo lavoro, presentano le opere dei più importanti maestri dell’architettura e dimostrano come quest’arte sia capace di evidenziare come poche altre le qualità specifiche dello spazio progettato e costruito. “Nella selezione delle immagini per questa mostra – racconta Hélène Binet – siamo partiti dalle mie prime fotografie, come quelle che testimoniano il lavoro di John Hejduk, per arrivare poi alle più recenti dell’architettura storica coreana. L’intento è rimasto immutato: con delicate associazioni, accostamenti di immagini, ombre e silenzi spero di pungolare l’immaginazione di chi guarda e di portarlo da qualche parte non troppo lontano dal primo schizzo dell’architetto”.
Si tratta di “uno straordinario lavoro in bianco e nero portato avanti con coerenza e caparbietà sull’eterno rapporto tra luce e ombra in alcune delle più importanti opere d’architettura di sempre”, come commenta Massimo Curzi, architetto e dal 2019 membro della redazione della rivista Casabella, che ha curato l’allestimento della mostra.

Il progetto di Curzi è pensato come un momento di pausa e riflessione lungo il percorso del Salone del Mobile e si presenta come un doppio corpo architettonico con struttura a telaio in tavole di legno rivestito all’esterno in alluminio sabbiato e all’interno in lastre di feltro color blu notte, per creare un forte contrasto tra “il dentro” e “il fuori” dello spazio di esposizione. Il feltro sulle pareti ha lo scopo di mettere in evidenza le opere creando allo stesso tempo un contesto acustico ovattato e silenzioso, come un momento di sospensione temporale rispetto all’esterno inevitabilmente frenetico e rumoroso, qualità spaziale aumentata anche dalla moquette sul pavimento.