Nel mondo moderno, ipertecnologico e connesso, la luce è sempre più oggetto di riflessioni che spaziano dall’utilizzo delle ultime tecnologie, alla sostenibilità e al risparmio energetico fino al benessere degli esseri umani. Chi lavora con la luce si trova a poter usufruire di nuovi e straordinari strumenti, ma anche a far proprie tutte le idee e i concetti che riguardano la luce stessa per proporre soluzioni innovative.
Sostenibilità, digitalizzazione, human centric lighting e design sono i temi che verranno affrontati nella 31ª edizione di Euroluce, la manifestazione dedicata alla luce che si svolgerà all’interno del Salone del Mobile di Milano (padiglioni 9-11 e 13-15) con un nuovo layout espositivo, progettato dallo studio milanese di architettura e ingegneria Lombardini22. Il percorso di visita diventa un anello irregolare che permetterà ai visitatori di orientarsi con più facilità e che garantirà agli espositori una maggiore visibilità riportando, da un originario layout stand-centrico, l’uomo e la sua esperienza di visita al centro della manifestazione.
Concept e fil rouge tematico dell’edizione 2023 è “The city of Lights”, progetto pluridisciplinare e policentrico che prevede un ampio palinsesto di eventi, mostre, installazioni e attività connessi alla luce, sia artificiale che naturale.

Cuore di Euroluce sarà Aurore, grande piazza del padiglione 13, arena e spazio di riflessione in cui avranno luogo i vari talk in programma e in cui si potranno vivere esperienze sinestetiche e immersive. Il progetto è curato da Formafantasma, studio di design fondato nel 2009 da Andrea Trimarchi e Simone Farresin, che ha progettato anche le dodici Costellazioni, spazi che ospiteranno le mostre, vere e proprie “esposizioni nell’esposizione”.
Tra le principali segnaliamo “Albe. Luci di domani” a cura dell’architetto Matteo Pirola – ricercatore in Design per Università IULM di Milano e Docente di Storia del Design, Arti Contemporanee, Eventi per le Industrie Creative, Architettura degli Interni e Allestimento, oltre che autore per l’editoria e saggista, curatore indipendente e consulente d’impresa – su allestimento di From outer Space, studio di progettazione e ricerca transdisciplinare fondato da Anna Paola Buonanno e Piergiorgio Italiano, che esplora le implicazioni spaziali di questioni economiche, sociali e ambientali.
Allestita nel Padiglione 9, la mostra mette in scena le “stelle artificiali”, oggetti che i designer, come novelli astronomi, stanno indagando per produrre apparecchi che si ispirano ad accadimenti luminosi, sfere orbitanti, eclissi abbaglianti, aurore colorate e sfumature celestiali. Le “stelle artificiali” sono di fatto sia le lampade create dagli artisti che quelle che conserviamo nella nostra memoria.

La luce artificiale e naturale è quindi energia creativa, soggetto e fenomeno atmosferico e ambientale in continuo mutamento da investigare, mentre il cielo notturno, punteggiato da infinite stelle, pianeti e corpi celesti, e il cielo diurno, schiarito dal sole, sono come una tavolozza su cui i designer possono sperimentare la loro creatività. Infatti, per esistere ed essere vista, la luce ha bisogno del buio e dove c’è il buio si accendono luci e scintille di tutte le forme, da cui possono essere creati progetti che riproducono i corpi celesti e le costellazioni, come le opere esposte.
D’altra parte, come dice Matteo Pirotta, “il progetto della luce nella nostra contemporaneità sensibile si fa portatore di atmosfere e simboli, soggetti sempre accesi in cui un racconto tra tecnologia e poesia tiene insieme i punti estremi di orizzonti luminosi da cui sorgono gli oggetti che illumineranno il domani”.
Anche l’allestimento fa proprio il concetto del contrasto buio/luce, grazie a una planimetria spezzata che, partendo dalla presenza o dall’assenza della luce, porta i visitatori ad attraversare alcuni ambienti, ciascuno caratterizzato da una sua particolare atmosfera luminosa (oscurità, penombra, piena luce) che esalta le opere esposte. La luce stessa modifica la percezione degli spazi. “La struttura, i rivestimenti e la logica compositiva generano un apparato allestitivo capace di instaurare dialoghi differenti con la luce e le sue atmosfere” spiega lo studio From outer Space. I materiali utilizzati sono rivelati da due rivestimenti che si fronteggiano e svelano tra loro, mossi da un sistema di telai ritmati.