BIENNALE LIGHT ART MANTOVA 2022 – “LA RICERCA CONTEMPORANEA SULLA LUCE, TRA ARTE E DESIGN”


Nino Alfieri, Aerial Forms

A Mantova, nella straordinaria cornice della Casa di Andrea Mantegna, pittore di corte di Ludovico Gonzaga, torna l’edizione della Biennale di Light Art 2022 “La ricerca contemporanea sulla Luce, tra Arte e Design” a cura di Vittorio Erlindo, appassionato promotore culturale di eventi in dialogo con il territorio, sostenuta dal Comune di Mantova, Provincia di Mantova e Regione Lombarda (fino al 28 agosto). Gli artisti invitati diversi per formazione, esperienze, tecnica e linguaggi Nino Alfieri, Carlo Bernardini, Marco Brianza, Paolo Cavinato, Davice Coltro, Giulio De Mirti, Mario De Leo, Davide Dall’Osso – Marcello Garofalo, Nicola Evangelisti, Maes Fardy, Elia Festa, Gianpietro Grossi, Massimo Hachen, Maria Elisabetta Marelli – Alberto Negri, Max Marra, Vincenzo Marsiglia, Mary Mutt, Pietro Pirelli, Marinella Pirelli, Luca Claudio Seck DeLuca, Donatella Schilirò, Marilena Vita – Emanuel Dimas de Melo Pimenta, attraverso la luce, hanno plasmato diverse soluzioni formali e simboliche, sculture e installazioni ispirate a un’idea sociale dell’arte, all’insegna di una possibile finalità democratica della bellezza, come teorizzava la Bauhaus  (1919-1933).  

La luce è democratica di per sé, propone una sintesi tra arte e design da sempre, è un dispositivo di ricerca e innovazione a partire dalla lampadina a incandescenza di Thomas Edison del 1879 fino al Led. Di sera anche le case più modeste con lampade da tavolo, da muro o a soffitto si rivestono di un misterioso fascino dentro l’aurea immateriale che un corpo luminoso emana, e, anche le città, le periferie, i quartieri di notte sono più affascinati. La Light Art contiene l’approccio scientifico-tecnico e quello culturale-simbolico, diventa manifesto, icona di innovazione progettuale  ad alta definizione capace di rendere visibili luoghi o cose immaginate con opere  che  invitano l’osservatore a nuove riflessioni, narrazioni e alterazioni percettive del Tempo e dello Spazio;  è l’espressione ingegneristica e poetica di architetture effimere al confine tra visibile e invisibile, nonché materia degli inganni e delle illusioni. La luce nella convergenza tra arte e design in mostra  è testimoniato da oggetti diversi  per lo più  di forma organica, fluida, in cui soprattutto gli ambienti con installazioni  site-specific multimediali accendono nel nostro sguardo tensioni o presagi di pace e di armonia.

Il percorso espositivo si apre nel cortile interno della Casa del Mantegna con l’installazione festosamente hippy–kitsch, intitolata Il cortile delle luci e dei cieli impossibili di Maes Fardy,  composta da girasoli  sospesi in una rete che si riflettono in uno specchio. Al piano terra della Casa, il viatico tracciato da opere che ci illuminano sulla necessità di riconquistare la ragione dell’armonia di vivere insieme in un mondo sempre più complesso, incanta Aerial Forms / Danza Cosmica 01 di Nino Alfieri, una struttura cinetica modellata tridimensionalmente sospesa nel buio liberamente ispirata al Big Bang: è un inno alla creazione di un Nuovo Mondo. In una sala buia ruota sospesa nello spazio un cerchio sinuoso volto a configurare fluidità acquatiche, biomorfismi luminescenti, linee essenziali illuminate di luce ultravioletta, danzanti sulla musiche ipnotiche di Corrado Saija.

Nino Alfieri, Aerial Forms

La messa in scena di uno spazio “ altro”, si configura nel Cosmo di Paolo Cavinato, con un disegno tridimensionale costruito su precisi  calcoli matematici  che sarebbe piaciuto a Leon Battista Alberti, di casa a Mantova, dove ha realizzato le chiese di San Sebastiano (circa 1460), antistante alla Casa del Mantegna e di Sant’Andrea (circa 1470), consigliere di architetto  di Ludovico Gonzaga. Anche la sua installazione Beyond /Oltre, una scatola da trasporto in legno ad altezza formato  uomo a forma di  parallelepipedo diventa soglia specchiante di inedite profondità, spazi vuoti  carichi di rivelazioni e suggestioni. Marco Brianza, in collaborazione con Bilumen, azienda milanese che progetta e sviluppa apparecchi illuminanti e soluzioni luminose su misura, con  Above us, only skyha realizzato per la Biennale una grande sospensione circolare, un’aureola creata da un algoritmo che genera un cielo con nuvole che transitano  e idealmente dialoga con  la Camera degli Sposi  (1465-1474) di Andrea Mantegna a Palazzo Ducale e l’architettura circolare  del cortile della sua Casa. Nicola Evangelisti con New Quantum, installazione fosforescente illuminata con luce wood, spiazza con un grande occhio che osserva  un tappeto di bossoli e la parola PAX, un installazione politica  e ideologica  contro la guerra.

Al primo piano della Casa, tra le altre opere, incuriosisce la sala con diversi lavori di Pietro Pirelli,  è una mostra nella mostra in cui spicca METEORE. Il fiore che si fa (1969), opera di luce e movimento della madre Marinella Pirelli, sperimentatrice di “FilmAmbiente”. Travolge l’osservatore più distratto, l’ordigno magico di Gianpietro Grossi, che invita lo spettatore a interagire con l’installazione Traccia del Tempo, invitato a disegnare grafismi incantevoli con il laser. Come lo scoprirete muovendo un filo sopra una “tela-schermo” posata a terra. 

 Maria Elisabetta Marelli e Alberto Negri, hanno intrecciato Biolight#01, un arazzo sui generis di fili naturali e luminosi in cui appare una conchiglia incorniciata in una sezione aurea, tra proporzioni matematiche e la natura, che anela alla costruzione di un mondo armonico. È poetica e vibrante l’installazione ambientale di Donatella Schilirò composta da diverse opere, qualcuna rappresenta una memoria embrionale  e altre una configurazione cosmica di vita, dove si entra  vorticosamente in anelli concentrici, vettori e composizioni  luminescenti, armonici, rassicuranti.   

La novità della Biennale di Light Art 2022, è stata l’inclusione di una performance con materiali luminosi di Marilena Vita, intitolata Circe Amore e Guerra,  di forte impatto teatrale  in cui l’artista nel ruolo della creatura mitologica in bilico tra il bene e il male, amore e guerra,  diventa sciamana di un mondo purificato  dalla mattanza delle guerre. L’altra novità è stata l’happening collettivo Una preghiere per l’Ucraina, un’azione condivisa e partecipata inscenata davanti al Tempio di Luce di Nicola Evangelisti nel cortile della Casa del Mantegna. L’azione di accensione di una candela di giovani donne, molte di queste ucrainescappate dall’inferno bellico, la cui fiamma accendeva  le altre,  ha ritualizzato una staffetta simbolica  che nella luce ha accesso una fiammella di speranza di pace condivisa dai partecipanti e osservatori.

Attraversando le sale dal cortile, al giardino, opera dopo opera, gli artisti ognuno in maniera diversa, tracciano una metaforica Via della speranza che superi le barbarie in corso, in cui la luce materializza una sottesa opera collettiva sull’impresa simbolica di un segno di auspicabile armonia universale.