Il Natale è per tutti un periodo di gioia e di festa, da condividere con i propri cari e, per i cristiani, una delle festività più importanti e un momento di grande spiritualità, che culmina con la celebrazione della Nascita di Gesù Bambino, Dio che si incarna diventando uomo per noi.
Il culto del Bambinello ha origini molto antiche e attraversa probabilmente tutte le comunità cristiane fin dalla loro formazione, ma è principalmente intorno al Mille, con la teologizzazione del mistero dell’Incarnazione (Il Verbo che si è fatto Carne) e soprattutto nel XIII sec., con la predicazione di San Francesco (a cui si deve anche l’”invenzione” del Presepe) che il culto del Divino Infante si diffuse sempre di più in tutto il mondo cristiano, tra tutte le classi sociali.
Testimonianza di questa commuovente e appassionata devozione popolare è il Museo del Divino Infante, inaugurato il 19 novembre del 2005 a Gardone Riviera (BS) nella splendida cornice del Lago di Garda, che raccoglie oltre 300 raffigurazioni di Gesù Bambino, soprattutto statue di varie dimensioni ma anche dipinti, databili dal XVI al XIX sec., tutte appartenenti alla collezione della signora Hiky Mayr. “La mia passione è nata per caso più di quarant’anni fa”, racconta la signora Mayr, “da una statuetta scovata per caso nella bottega di un rigattiere, abbandonata come una bambola rotta. Da quel momento ho iniziato a raccogliere, salvare e restaurare questa parte importante e poco nota del patrimonio culturale italiano, testimonianza di una commuovente e appassionata devozione popolare”.
Nel Museo sono conservate statuette di Gesù Bambino come figura indipendente (non in braccio a Maria) tutte prodotte in Italia soprattutto meridionale, di materiali vari (terracotta, legno dipinto, cera, cartapesta e stoppa) e di dimensioni che variano da pochi cm fino ai 90, che comprendono tutte le iconografie conosciute. Si parte dal “Piccolo Re” (il bambinello in piedi, in posa benedicente, abbigliato come un piccolo principe con un corredo di vesti preziose e accessori, tra cui corone in metallo ornate di “gemme” di pasta vitrea o pietre dure) per arrivare fino al “Bambino della Passione” (nudo, in piedi o quasi addormentati su una croce, spesso con volto sofferente e nell’atto di offrire il proprio cuore fiammeggiate, e con gli “arma Christi” strumenti della Passione).
Al contrario i “Bambini nel Giardino del Paradiso” sono neonati addormentati dall’aspetto dolce e delicato, spesso sotto campane di vetro o in teche, immersi in un paesaggio paradisiaco. Commuoventi e rare le “Sacre Bambole” in legno policromo e interamente snodabili, come “barbie” dell’epoca, che facevano parte del corredo delle novizie, destinate al convento fin da giovanissime (come ben insegna Manzoni). Tali bambole, fatte dai migliori artigiani come raffigurazione sia dello Sposo Celeste che del Bambino, avevano anche lo scopo di confortare e di fare giocare le bimbe, allontanate troppo presto dall’affetto delle famiglie. Il Bambino avvolto in fasce rispecchia invece una tipologia antichissima, che riproduce il modo in cui i neonati venivano deposti nelle culle fino ai primi anni del XX sec., molto apprezzata per l’infinita possibilità di ornare le fasce. Oltre alle immagini di neonati e bimbi piccoli, sono presenti anche rare raffigurazioni di Gesù preadolescente, forse riferibili all’episodio biblico di Gesù dodicenne nel tempio.
Quasi esclusiva del nord Italia e sviluppatasi a partire dal ‘700, è l’iconografia di “Maria Bambina”, la Madonna neonata avvolta in fasce, le cui statuette venivano generalmente donate ai matrimoni (tradizione durata almeno fino alla prima metà del XX sec.).
Non manca una sezione dedicata al Presepe. Il visitatore non può non restare ammirato di fronte all’imponente presepe panoramico di 25 metri quadri, sapientemente collocato a ferro di cavallo in uno spazio che dà l’impressione di “entrare nella scena”, composto da più di 200 statuine del XVIII e XIX secolo, proponendo una tipica e vivacissima scena napoletana.
Insomma una meta ideale per una gita “a tema” con la famiglia durante queste feste per riscoprire una grande storia di arte e devozione e il vero significato del Natale.
Buon Natale da tutti i collaboratori di LUCE