L’arte della luce è presente questa estate a Taormina con le opere di cinque artisti che possiamo ammirare al Belmond Grand Hotel Timeo, aperto nell’Ottocento proprio per ospitare artisti, scrittori e creativi impegnati nel Grand Tour. In questa mostra “en plein air che unisce arte, luce e natura”, curata da Vittorio Erlindo, è racchiusa la storia di un miracolo italiano, dove tutto è stellato sotto il bel cielo di Sicilia, compreso lo chef Roberto Toro del ristorante Otto Geleng che ha studiato un menù dedicato all’evento.

La cornice del luogo dove si svolge si affaccia sul Mar Jonio con vista sul maestoso Etna. I famosi giardini sono frutto della mitica botanica inglese Florence Trevelyan. La mostra “Giardini di luce”, inaugurata il 19 luglio, è aperta al pubblico e rimarrà a disposizione degli ospiti e dei visitatori per l’intera stagione 2021 con un calendario di eventi autunnali dedicati all’arte e alla musica all’aperto.
Le opere realizzate sono site-specific e creano un percorso fatto di luce, arte e natura. Le creazioni ispirate dagli elementi più suggestivi del grande parco terrazzato si inseriscono nell’incantevole paesaggio, e il curatore e gli artisti hanno volutamente considerato la sostenibilità ambientale utilizzando molto la semplice luce naturale e quella artificiale a Led a basso impatto energetico e visivo, assieme alla luce nera di Wood.
Nicola Evangelisti con il suo Tempio della Luce, formalmente ispirato alla chiesa San Giuseppe di Taormina, ha dato forma a una delicata opera dedicata alla sacralità dell’unione amorosa: “Una chiesa che definisce una soglia ma non la chiude, che si fonde col paesaggio senza coprirlo. Una chiesa universale simbolo di pace e fratellanza, di unità e integrazione tra l’uomo e la bellezza della natura”. Grazie alla verniciatura luminescente e alla luce di Wood di giorno appare come un gazebo bianco, mentre di notte diventa un’architettura colorata nei toni del blu e del turchese del mare e del cielo chiaro. Straordinario palcoscenico, come per lo spettacolo dell’inaugurazione con la violinista rock Elsa Martignoni e i performer della compagnia di danza acrobatica Evolution Dance Theater, compagnia fondata a Roma dodici anni fa da Anthony Hein, che ricordiamo per l’incanto del loro spettacolo a Catania, nel 2019, al Teatro Massimo Bellini.
Nino Alfieri è invece intervenuto su due giare in terracotta appartenenti al giardino per creare la sua opera Archeo Sky, una combinazione di materiali ed elettronica. Dall’imbocco delle giare si ammira una volta celeste stellata che è resa visibile dalla luce di Wood, in svariate sfumature di blu, che richiamano all’esplorazione interiore per riscoprire la bellezza della natura umana. Ci spiega: “Ho dipinto con colori fotosensibili all’interno delle giare, in modo da far percepire l’espansione di un cosmo grazie al variare di frequenze luminose. Far vibrare con la luce dinamica le sporgenze concentriche della tornitura coniuga un materiale antico con una nuova tecnologia, donando così nuova vita all’oggetto. L’arte armonizza la materia grezza e la leggerezza della luce rivela l’energia degli elementi”.
Il tema evocativo nel lavoro di Giulio De Mitri delle 15 Farfalle, le cui leggere sagome in acciaio giocano con la luce riflessa, ci fa riflettere sul senso di fragilità che abbiamo tutti noi esseri viventi.
Una narrativa artistica affine allo specchio che Fardy Maes realizza per “Giardini di Luce 2021”, Il Terrazzo dei cieli sfuggenti, una grande superficie specchiante orizzontale che invita lo spettatore a guardarsi riflesso nel cielo.
Infine, lo scultore Davide Dall’Osso, diplomato alla Scuola d’Arte Drammatica Paolo Grassi di Milano e attore di prosa sino al 1999, anno in cui sceglie la scultura come linguaggio principale della sua poetica, porta in mostra le sue sculture delicate e leggere, Teste, Cavalli e Ballerine in policarbonato riciclato. Nel suo lavoro artistico si intravvede il suo percorso teatrale, e le sue sculture si presentano come personaggi reali o immaginari di racconti su un palcoscenico, con la luce che li insegue, li illumina, per noi spettatori affascinati dal suo “spettacolo teatrale” composto di sculture in cui la poesia prende forma e si fa racconto. Il Grand Hotel Timeo, della compagnia alberghiera Belmond, gruppo leader mondiale del lusso LVMH, custode di un patrimonio senza tempo e dedito alla conservazione delle sue proprietà attraverso sensibili piani di restauro, festeggia con l’arte i suoi 45 anni e forse più in Italia, in uno dei due suoi storici e splendidi hotel in Sicilia di fronte al Teatro Greco Romano di Taormina. Una nuova iniziativa ed esperienza nello spirito dell’affascinante luogo e di un tempo, ci viene spiegato, che “permetta di ritornare alla luce, ripartendo dalla riscoperta del contatto con la natura con una nuova forma d’unione e di incontro, capace di ispirare un senso di condivisione attraverso il linguaggio universale dell’arte contemporanea”.