A Bologna, sulla scia del successo del Seta Sushi Lab, ha da poco aperto anche il brand omonimo di ristorazione Seta Meat Lab: un ‘laboratorio’ in cui si possono apprezzare i tagli di carne più pregiati provenienti da tutto il mondo – dalla Kobe e Wagyu giapponesi alla Tomahawk inglese, fino alla Rubia Gallega galiziana.
Sempre in posizione centralissima – sotto la proprietà di Davide Colomba, Maurilio Zaccone, Diego Shittona e Gianluca Ghedini –, questo esclusivo locale bolognese è manifesto di uno stile che aggrega elementi diversi tra loro ma che trovano coerenza espressiva attraverso accostamenti dal design ricercato ed elegante. Pareti di mattoni a vista e oro ‘spatolato’ convivono con imbottiti d’alta gamma e con carte da parati dalle texture e nuance particolari.
Un arredamento denso di stile curato con estrema attenzione dall’interior designer Willy Calabrese – cittadino di Bologna dalle origini salernitane, che da oltre quarant’anni si occupa di interni – in stretta collaborazione con FGC Loft – realtà creativa e dinamica nella progettazione e realizzazione di arredi su misura, formata da tre fratelli (Giuseppe, Isabella e Clemente Cortese, rispettivamente classe ‘79, ‘84, ‘93) cresciuti nella falegnameria di famiglia e che oggi sono titolari di un delizioso showroom (Lab3, sempre nel capoluogo emiliano) dove è possibile trovare materiali, oggetti e soluzioni per l’interior design.
L’affascinante Seta Meat Lab è notevole d’interesse anche e soprattutto per il progetto di illuminazione; realizzato interamente con lampade firmate Catellani & Smith. Luci che Calabrese ha selezionato e con cui ha saputo dare valore e carattere agli ambienti; dai singoli punti luce sui dettagli fino a tutto lo spazio architettonico del ristorante. Una danza di pieni e vuoti, d’intensità e calore, dove oltre alla piacevole atmosfera ricercata nel gusto ci si accorge subito di quel ‘fare artigiano’, di quel sapore sartoriale, che accomuna il pensiero dei progettisti e che nella luce trova uno dei massimi sfoghi.
Willy Calabrese ci racconta che l’idea per questo arredamento è nata spontanea dall’osservazione degli spazi: “Ho avuto la fortuna e l’onore di avere carta bianca; sono stato seduto su una vecchia poltrona lasciata dalla precedente gestione semplicemente a osservare l’ambiente e il progetto è uscito fluido pezzo dopo pezzo, stanza dopo stanza. Ho una grande passione per le carte da parati e molto ho giocato sulla scelta di queste, soprattutto abbinandoci delle luci che le facessero risaltare, creando dettagli luminosi che fossero interessanti anche fuori dal contesto della sola illuminazione. Io e i ragazzi di Seta non abbiamo avuto dubbi sulla scelta di quale partner scegliere, i modelli e la disponibilità progettuale di Catellani & Smith sono stati perfettamente in grado di soddisfare tutte le nostre esigenze”.
Molto ricca la proposta dei prodotti: dal verde intenso di una ‘distesa’ di potos rampicante, che decora parte del soffitto tra i tavoli e la vetrina refrigerata, affiora il sorprendente Gold Moon Chandelier, composizione di dischi irregolari rivestiti a mano da una preziosa foglia oro.
Tra i modelli a sospensione si osservano la nuova 56 Petits Bijoux, una sfera ‘destrutturata’ in ottone e Sorry Giotto 12, un anello in rame dipinto a mano in blu che nasconde dei Led capaci di creare un suggestivo effetto di luce diffusa. Sulle pareti del locale, invece, si accendono le lampade Lederam W: al disco base rivestito in foglia oro – che cela un modulo led – se ne sovrappone un altro in finitura bianco o nero che, a seconda di come viene posizionato, genera affascinanti riflessi e penombre. Particolare e scenografica la serie Lederam in versione customizzata, che riunisce dischi di differenti diametri in una composizione color oro, la cui luce calda e morbida si riflette sulla parete optical di una delle sale principali del ristorante, generando un contrasto con la luce naturale proveniente dal soffitto, realizzato parzialmente in vetrocemento.
La zona dedicata al cocktail bar, composto da un lungo bancone industrial, è illuminata da singoli elementi di Jackie O mentre posizionate sul bancone bar si trovano le lampade wireless Giulietta BE T, che sono state personalizzate con la speciale marcatura laser Seta.
A completare il progetto d’illuminazione del Seta Meat Lab, tre modelli da terra posizionati in vari punti del locale: PostKrisi F 100, Wa Wa F – con ‘gemme’ di vetro che dipingono cerchi di luce –, e infine Light Stick F, in cui l’oggetto-lampada si compone solo di una sottile asta metallica in finitura oro satinato.
Un locale da scoprire nella accogliente Bologna, tra le sue torri e i suoi lunghi portici.