Il Progetto del Politecnico di Torino si aggiudica il finanziamento della Getty Foundation


Torino, Nervi

Parliamo di un programma di ricerca multidisciplinare che analizza a più livelli un edificio da tempo iconico e complesso come Torino Esposizioni, con le sale espositive progettate da Pier Luigi Nervi, tra il 1947 e il 1954, che è entrato nel 2019 nella lista delle 60 opere architettoniche considerate dalla Getty Foundation come icone del XX secolo nel mondo.

 “Keeping it modern” è il programma della Getty Foundation che si pone come obiettivo la scelta e il finanziamento di progetti di conservazione di edifici e strutture che abbiano le potenzialità per diventare modelli di recupero per l’architettura. E il team di ricercatori italiani, europei e statunitensi guidati dal Politecnico di Torino, coordinati dal prof. Rosario Ceravolo del Dipartimento di Ingegneria Strutturale, Edile e Geotecnica, si è aggiudicato il finanziamento di 200mila dollari per le  ricerche sulla conservazione e il monitoraggio strutturale di uno di questi storici edifici e “senza tempo”. 

Il progetto selezionato dalla fondazione americana all’interno di un bando internazionale, sintetizzerà i risultati in un piano di gestione della conservazione che unisce requisiti strutturali e standard di conservazione con linee guida chiare per la città per preparare la struttura per un nuovo utilizzo. 

Il progetto Torino Esposizioni comprende oltre il Poli di Torino, lo IUAV di Venezia, l’Università di Miami, Buzzi-Unicem, e si svolge in concerto con la Città di Torino, proprietaria del complesso, Scr Piemonte Spa, e il progetto Pier Luigi Nervi, l’associazione presieduta da Marco Nervi, che dal 2008 è impegnato nella tutela dei lavori dell’ingegnere-architetto-costruttore. “Siamo molto felici e onorati. È un bel riconoscimento dell’importanza di Pier Luigi Nervi e di Torino Esposizioni nel panorama mondiale dell’architettura del 20° secolo ma anche del lavoro della nostra associazione di sensibilizzazione, promozione e conservazione della figura e del lavoro di mio nonno”.

Elaborato dal team di ricercatori mette in campo gli strumenti più avanzati della diagnostica strutturale, del rilievo e della documentazione architettonica, preservandone l’autenticità dei materiali e delle tecniche costruttive oltre che le spazialità complesse. La documentazione dell’opera architettonica avverrà  attraverso la produzione di docu-video e rilievi fotogrammetrici con l’utilizzo di droni.  I laboratori del Politecnico realizzeranno dei modelli fisici dei principali elementi strutturali da sottoporre a test di durabilità e corrosione.  

Diverse le professionalità necessarie per dare a questo  progetto la profondità di analisi, tra queste quelle di giovani ricercatori formatisi nell’ambiente multidisciplinare del dottorato in beni architettonici, come l’architetto Erica Lenticchia specializzata in ingegneria sismica, e Giulia Sammartano in geomatica applicata ai beni culturali.

Soddisfazione a nome della scuola politecnica da parte del prof. Ceravolo, che ha dichiarato “Siamo orgogliosi di questo risultato che valorizza il carattere multidisciplinare delle ricerche sull’analisi e la salvaguardia dei beni culturali, svolte da tempo nel laboratorio di Dinamica e Sismica, ma più in generale al Politecnico di Torino. L’obiettivo è che questo programma possa costituire un modello di riferimento per la valorizzazione e messa in sicurezza del patrimonio del XX secoloL’impegno per il futuro è che questo tipo di ricerche abbia ricadute su una scala più ampia, come quella urbana e territoriale”.

Sia il Politecnico che la Città di Torino  sono impegnati a preservare il complesso con l’obiettivo di ospitare gli archivi delle biblioteche e in seguito la Biblioteca Civica Centrale di Torino. 


Da segnalare di Pier Luigi Nervi,  tra molte altri progetti e riconoscimenti, l’incarico internazionale di  partecipare al team di progettazione della sede dell’UNESCO a Parigi, assieme a Marcel BreuerBernard Zehrfuss con la consulenza di un comitato di architetti dai nomi: Lúcio Costa, Walter Gropius, Le Corbusier, Ernesto Nathan Rogers, Sven Markelius. E, se pur minore, anche un progetto redatto per Roma:  il palazzo dell’Acqua e della Luce, un edificio per il quale l’Ingegnere  risultò primo classificato ex aequo nel concorso che si tenne nel 1939.  All’art.3 del concorso si legge che “l’edificio sarà destinato a Mostra Storica della Luce artificiale: sarà insieme una grandiosa fontana, che costituirà un fantasioso elemento di attrazione, sfolgorante di luce e di giochi d’acqua”.