CIDNEON: LUCI AL CASTELLO DI BRESCIA


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Leonardo, l’inventore, di DMC

Come promesso ai nostri lettori, torniamo a parlare della III edizione di CidneON, il festival internazionale delle Luci che, fino al 16 febbraio, riaccende il Castello di Brescia, uno dei principali complessi fortificati d’Italia e il secondo più grande in Europa.

Un importante rassegna di light art promossa dal Comitato Amici del Cidneon con la direzione artistica di Fabio Larovere di Cieli Vibranti, organizzata da Up! Strategy to action e con la supervisione di Robbert ten Caten, fondatore di ILO – l’International Light festival Organization che riunisce più di 20 festival internazionali di luci in tutto il mondo, di cui Cidneon è membro dal 2018. Molti i partner che sostengono questa terza edizione di Cidneon, tra cui il Gruppo a2a, che nel 2017 con i suoi lighting designer ha studiato e realizzato in collaborazione con il Comune di Brescia la nuova illuminazione a Led del Castello di Brescia.

La manifestazione si presenta nel segno della crescita e della qualità, forte di ben 20 installazioni di artisti italiani e stranieri, di cui 17 produzioni originali, in un percorso che si snoda tra letteratura, videomapping, musica italiana, icone del cinema e del design e un percorso composto da un “pergolato” di 1.000 lanterne decorate con disegni e illuminate con i colori della bandiera nazionale, opera dei bimbi e dei ragazzi delle scuole di Brescia.

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Tricolore, veduta dall’alto

Se il primo festival del 2017 è stato quello dell’”avventura” e quello del 2018 del “consolidamento”, l’edizione 2019 di Cidneon, pur rimanendo legata alle sue radici, porta Brescia a inserirsi nella realtà nazionale e internazionale con precise scelte artistiche che hanno aumentato la qualità, anche a scapito della “spettacolarità”.

Tema di quest’anno “Le icone italiane, tra miti e meraviglie”.Ogni opera racconta una storia e un’Italia vista, “riletta” e presentata da artisti coinvolti su temi talvolta poco noti, soprattutto all’estero: le installazioni stesse potranno essere presentate in altri festival europei, rendendo il Cidneon esportatore di idee e della cultura italiana nel mondo.

Quest’anno un omaggio a Leonardo da Vinci, di cui si celebra il cinquecentesimo anniversario della morte, con 4 installazioni. La prima, Leonardo, l’inventore, portale d’ingresso del castello, opera del collettivo artistico olandese DMC, utilizza tre videoproiettori da 20.000 ansi lumen che trasformano il portale veneto nella bottega del grande genio toscano, animando i suoi codici, disegni, invenzioni e opere d’arte, con un videomapping artistico, supportato da una colonna sonora originale, che coinvolge anche le pareti laterali.

Spettacolare l’installazione L’uomo perfettodi Scena Urbana sul Bastione di San Marco, in parte struttura in ferro con barre a Led, in parte pura struttura di luce: un cubo di ferro contenuto in un cerchio (uno schermo oleografico retro-proiettato) su cui si muove un danzatore ripreso da telecamere normali, a infrarossi, termiche e Kinect (sensori interattivi che ricreano la sagoma in 3D), ciascuna delle quali intercetta una diversa natura della luce. È un vero e proprio studio del corpo nella luce e del suo movimento: il corpo del danzatore è scomposto e ricomposto in varie prospettive, rimontate in chiave artistica, muovendosi al ritmo della musica, per poi ricomporsi definitivamente a formare la sagoma dell’Uomo Vitruviano.

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L’uomo perfetto, di Scena Urbana

Interattiva è invece De Lume di Tommaso Trak, che mette in scena, sul sentiero della Torre dei Francesi, il Trattato della pittura di Leonardo: da 4 videoproiettori montati su una struttura vengono trasmesse proiezioni luminose (evidenziate da fumo) che il pubblico, dotato di cartoncini riflettenti, può scomporre e ricomporre creando immagini di quadri leonardeschi in tutta l’area circostante. Raffinata è l’opera Geometrie di Leonardo di Roberto Giunti, sul viale del ponte levatoio: 5 caleidoscopi in plexiglas levigati, specchi opachi all’esterno e lucidi all’interno, con una fessura da cui entra la luce di due lampadine a creare poliedri tridimensionali di pura luce, ricordandoci come tutta la grande magia e l’arte della luce partano da qualcosa di semplice e allo stesso tempo geniale come, appunto, una lampadina!

Molto interessante è l’opera Fulgidadell’artista italiano Massimo Uberti, sulla Torre dei Francesi, una “casa” o “un campo luminoso” disegnato e costruito intrecciando porte e varchi. Composta da una struttura a 2 piani in ferro ricoperta da luci a Led con effetto neon, unisce in modo dinamico (i due piani non sono sovrapposti perfettamente) elementi della tradizione, ovvero l’arco a tutto sesto romano, con elementi contemporanei rappresentati da “aperture” rettangolari. Fulgida spiega Uberti, “è una dimora ‘accesa’, semplice e potente come l’idea stessa di costruire una casa, inevitabilmente destinata al transito verso un futuro a noi sconosciuto. Se è vero che ‘noi siamo quello che abitiamo’, questa architettura di luce ne definisce il perimetro dentro il quale si mescolano Icone, Miti e Meraviglie, un continuum ideale, tra l’essere spazio e essere altro spazio infinito. Noi. Uno dentro l’altro uno sull’altro con luce, abitiamo, qui e ora”.

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Fulgida, di Massimo Uberti

Omaggio alla Moda italiana è Sfilata di Luce, una vera e propria sfilata di moda lungo il Bastione di San Pietro con 5 abiti disegnati e realizzati dall’istituto tecnico Machina Lonati e dall’Accademia Santa Giulia, con tessuti illuminati dall’interno e dall’esterno da fari, a creare un gioco di riflessioni, e 3 abiti in tessuto di fibra ottica che cambiano continuamente colore, opera dell’artista sudcoreano Min Tae Gon.

Si riferisce, invece, alla cultura enogastronomica italiana Cin Cin del francese Stéphane Masson (Bastione di San Marco), un’enorme “bottiglia” composta da 241 vasi in vetro e animata da 7 videoproiettori posti all’interno e da un meccanismo interattivo che riprende il pubblico e lo proietta “imbottigliandolo” in varie parti, un vero e proprio gioco a scoprire dove si trova la propria immagine.

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Cin Cin, di Stéphane Masson (particolare)

Letteratura, musica e cinema si fondono e ci sorprendono molto nell’opera Brilliant Waltz dell’artista parmense C999, un magico valzer luminoso “suonato” da 88 fari a testa mobile (i tasti del pianoforte) montati su una struttura alta 12 metri che proiettano fasci di luce bianca, visibili a più di 30 km di distanza, che si muovono sulle note del Valzer brillante di Giuseppe Verdi. L’installazione si conclude con i fasci proiettati sul pavimento, diventati i danzatori della scena del Gattopardo di Luchino Visconti.

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Brilliant Waltz, di C999

A Brescia e al suo territorio sono dedicate Italia a mille miglia del collettivo DMC e del tedesco Hannes Neumann e Anamnesi dell’Accademia bresciana LABA. La prima installazione, omaggio alla corsa automobilistica “più bella del mondo”, presenta una videoproiezione interattiva che fa sfrecciare le auto da corsa lungo un circuito virtuale sul pavimento della fossa viscontea per circa 80 metri. Sulla parete di sinistra è riprodotto un circuito di andata e ritorno (Brescia-Roma-Brescia), con le città rappresentate dai principali monumenti, mentre su quella di destra si aprono “finestre” che ripropongono video e foto storiche delle 1000 Miglia. Il visitatore arriva quindi alla linea del traguardo, sulla parete di fondo, e qui viene accolto dai “quattro moschettieri”, i fondatori della corsa.

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Italia a Mille Miglia di DMC e Hannes Neumann

In Anamnesi è affrontato il tema della memoria, con la strage di Piazza della Loggia: 20 colonne di ferro illuminate all’interno da un faro di luce rossa, con specchi che direzionano la luce, ricreano le navate di una chiesa (il tempio della memoria), mentre 150 luci bianche sulla collina e nel prato della Fossa dei Martiri rappresentano la folla che si raduna, per poi spegnersi al momento dello scoppio della bomba, riaccendersi in modo disordinato (persone che fuggono) e infine ricomporsi (la folla che si riunisce). L’azione è sottolineata da musiche sacre composte dal Conservatorio di Brescia.

Tecnologica e fantascientifica è Hypervsn di Art Stavenka e Kiryl Chykeyuk: 6 ventilatori, posti sul sentiero del Bastione di San Marco, le cui eliche sovrapposte, girando, diventano schermi di proiezione immagini in 3D (animazioni olografiche ad altissima definizione), grazie alla tecnologia e a un software (proiezione combinata al movimento). Una terza edizione del Festival internazionale delle Luci che si conferma di qualità nella ricerca artistica, oltre che nell’organizzazione; un’edizione che con sempre più chiari obiettivi internazionali non si “abbandona” alla pura “spettacolarità”, di cui esempi non mancano in Italia, trasformando la luce in vera arte visiva, espressione e fine di molte opere e installazioni che abbiamo visto e ammirato.