XXI TRIENNALE: IL FUTURO È QUI. E DOPO?


XXI Triennale

Il presente è complesso ed enigmatico, e la XXI Esposizione Internazionale della Triennale di Milano (dal 2 aprile al 12 settembre 2016), dopo vent’anni di pausa di riflessione, torna a indagare le problematiche del nuovo millennio. La Triennale, sull’onda del successo dell’Expo 2015, sarà una piattaforma della cultura progettuale e volano della creatività nell’ambito del design, arte e cultura.

Il titolo è una premessa dei contenuti d’indagine su forme di cambiamento non solo progettuali: 21st Century. Design After Design. L’evento è articolato e prevede un programma di mostre, call, festival e convegni, workshop, spettacoli, concerti e ospiti internazionali nelle Lectures, all’insegna della cultura diffusa in tutta la città. 20 mostre suddivise in 12 sedi oltre alla Triennale: Fabbrica del Vapore, Pirelli Hangar Bicocca, Campus del Politecnico, Campus IULM, MUDEC, Museo della Scienza e della Tecnologi Leonardo da Vinci, BASE, Palazzo della Permanente, l’Area Expo, Museo Diocesano e Villa Reale di Monza, dove la Triennale nasce nel 1923. Il DNA della Triennale è di monitorare le visioni del futuro e decodificarne le potenzialità in seguito ai radicali cambiamenti degli ultimi anni. Racconta come il progetto diventa cultura materiale e immateriale, come gli utensili e le modalità d’impiego in settori diversi coinvolgono l’idea stessa di progettualità e compilano la storia della cultura della civiltà moderna. In sintesi, la Triennale, grazie al sostegno del BIE, Bureau International des Exposition, del Governo Italiano, Comune di Milano, Regione Lombardia, Camera di Commercio di Milano e Camera di Commercio di Monza e Brianza e altri enti, aziende e sostenitori privati ragionano già nelle intenzioni, come suggerisce il titolo, nella preposizione “after” da intendersi come “dopo”, oppure come “nonostante”, in riferimento a una progettualità altra, investiga i cambiamenti del senso della progettualità nel presente, come lo vedremo a primavera, quando si alzerà il sipario sul futuro già presente non soltanto del design.

Il “menù” espositivo: Andrea Branzi e Kenya Hara curano le mostre Neopreistoria: 100 Verbi e La Metropoli multietnica, ospitate alla Triennale. L’obiettivo è di descrivere come con gli strumenti dalla preistoria alle nano-tecnologie di oggi l’uomo progetta se stesso e il mondo. Si recupera il passato, la storia, anche con la mostra W, Women in Italian design. W come “viva”, incentrata sulla componente femminile, il design in rosa, a cura di Silvana Annicchiarico, ospitata in Triennale, speriamo scevra da retoriche veterofemministe. La mostra affronta le questioni intorno al gender, in linea con i nostri tempi, partendo dall’analisi del concetto di genere come una questione più che sessista, culturale. L’allestimento top secret è a cura di Margherita Palli, e il percorso espositivo seguirà un andamento cronologico dal Manifesto della Donna futurista, al merletto tradizionale rivisto da Patricia Urquiola. Di nuovissimo ci sono giovani designer “under 35” di scena alla Fabbrica del Vapore, progettisti che hanno risposto all’invito di Richard Sennet, sociologo alla London School of Economics. Stefano Micelli è il curatore della mostra New Craft: una nuova artigianalità che nasce contaminata con la tecnologia digitale. Si espongono 80 progetti selezionati su 420 proposte provenienti da una trentina di Paesi. Pierluigi Nicolin è di scena all’Expo con City after City: sarà realizzato “Orto planetario”, una Book room e il progetto Design for All, nove studi di architettura, da Stefano Boeri a Michele De Lucchi, chiamati a progettare ambienti accessibili anche ai disabili. Di tutt’altro genere sarà l’altra mostra ospitata al Pirelli Hangar Bicocca, intitolata Architecture as Art, dove lo sconfinamento tra i generi sta dando esiti sorprendenti. Saranno esposti progetti e installazioni creati da 15 studi di architettura del mondo. Luisa Collina e Cino Zucchi saranno al Mudec con la mostra Sempering, titolo coniato dai curatori in omaggio all’architetto tedesco Gottifried Semper, una rilettura sul concetto dell’abitare. Incuriosisce la mostra a cura di Gillo Dorfles e Aldo Colonetti, La logica dell’approssimazione: nell’arte, nella vita, un percorso multisensoriale di scena alla Permanente. Bando all’elenco delle 20 mostre di cui 11 curate dal comitato scientifico e 9 in collaborazione con altri enti, soggetti e aziende. Il biglietto costerà 15 euro (prezzo intero, 10/12 ridotto) e consentirà di entrare una volta in tutte le sedi per tutta la durata della Triennale e 22 euro il pass stagionale. Una Triennale all’insegna dell’after, per capire cosa resterà del nuovo millennio.